OPINIONI

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Pubblicato il 23/06/2019

LO STRETTO- STRETTO DI ORMUZ CON GLI IRANIANI GLI AMERICANI ED IL RESTO DEL MONDO

di Corrado Corradi


Facciamo un po’ di chiarezza circa la crisi in atto nello stretto di Hormuz:

• USA, Sauditi, E.A.U. e Israele sostengono, per ora senza prove, che Teheran starebbe aggirando l’accordo in base al quale rinuncia all’uso militare del suo programma nucleare e si starebbe dotando di bombe atomiche.

• Gli organismi internazionali mi risulta che concordino nell’affermare che fino ad ora l’Iran abbia rispettato gli accordi stipulati in materia.

• Ma, guarda caso, appena Israele ha avvertito che qualora Teheran si ritirasse dall’accordo sul nucleare (finora rispettato) si dovranno adottare delle sanzioni, Germania, Francia e Gran Bretagna, gli hanno fatto eco chiedendo formalmente all’Iran di rispettare scrupolosamente l’accordo (ma: se tutti concordano che fino ad ora l’accordo è stato rispettato che bisogno c’è di fare una simile chiosa!!?).

• In tale contesto si inseriscono quelle azioni attribuite a provocazioni iraniane, che puzzano di farlocco lontano un miglio, ai danni di due petroliere nello stretto di Hormuz… storia insostenibile non solo per un normale cervello abituato a porsi la domanda “qui prodest” ma anche per un qualsiasi cuore che abbia in uggia le bugie sperticate ed evidenti.

• Infatti, a fronte di USA e Gran Bretagna (ma vah!?) che si dicono convinti della responsabilità iraniana in quelle farlocche azioni in un porto emiratino prima e nello stretto di Hormuz poi, molti osservatori e analisti indipendenti, nonché numerosi altri stati che non ce la fanno più a bersi le menzogne delle armi di distruzione di massa di Saddam e Assad, manifestano scetticismo.

• Significativa (ma soprattutto realistica) la dichiarazione del ministro degli esteri russo: “da tempo siamo testimoni dei continui tentativi degli Stati Uniti di aumentare la pressione politica, psicologica, economica e militare sull’ Iran. Penso che queste azioni siano piuttosto provocatorie e non possano essere considerate in nessun altro modo che come una politica deliberata per fomentare una guerra”… che dire? quando si vuol parlar chiaro ci si riesce.

• L’UE, da parte sua continua a dimostrarsi incapace di contrastare le pressioni degli USA e dei suoi alleati (Israele, Arabia Saudita e EAU) e questa latitanza contribuisce non poco a creare l’instabilità in quell’area… ma, ormai ci siamo abituati, l’UE è efficiente solo con le misure di vongole e cetrioli e la sua politica estera non va oltre al calcolo ragionieristico della spesa pubblica di un paese avendo cura di considerare quel paese alla stregua di un negozio di salumeria.

• Se da una parte si puo’ anche capire Israele che teme un nemico particolarmente agguerrito come l’Iran il quale, se in possesso di una bomba atomica, avrebbe tutte le potenzialità per ridurre ai minimi termini un paese piccolo come lo stato ebraico, gli altri che centrano? In particolare:
 L’Arabia Saudita e gli EAU che ci stanno a fare in quella specie di coalizione contro natura se non per approfittare di una coalizione militarmente forte per realizzare la “fitna”, la resa dei conti con gli odiati sciiti? E far trionfare il loro islam, caratterizzato da un tasso di “intolleranza” ben superiore a quello dell’Islam sci’ita.
 E perché gli USA si ostinano a tenere il bordone a un paese come l’Arabia Saudita (e ai suoi vassalli, valvassori e valvassini: i paesi del golfo e le organizzazioni dell’islam più troglodita, quello wahhabita, sparse per il mondo) che, a differenza dell’Iran il quale ce l’ha solo contro Israele ma non aspira né ad ampliare il suo spazio vitale oltre la regione e nemmeno sogna di estendere l’Islam al mondo?

Non abbocchiamo alle più basse e bieche mene della politica estera statunitense, influenzata da improponibili centri di potere… manco Trump ci crede più e non nasconde le sue perplessità.

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