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Pubblicato il 27/05/2017

LUGLIO/AGOSTO 1917:BATTAGLIA DELL’ORTIGARA. I COMUNI PORTANO SU QUEI LUOGHI UNA MANCIATA DI TERRA CHE RAPPRESENTA I LORO CADUTI

 

Il nonno di un componente del Team Folgore ha ricevuto   un encomio  per il nonno artigliere capopezzo Pietro Del Grano   che ha combattuto in quei luoghi.

 

 

CORRIERE DEL VENETO – VERONA
sezione: Verona data: 27/05/2017 – pag: 7

Ortigara, in memoria degli alpini un pezzo di terra dai loro paesi

Il gesto celebrativo dei veronesi sulla Montagna Sacra
VERONA Un pezzetto di terra da ogni paese del Veronese. Ogni comune, ma anche ogni frazione, che «ha dato» almeno un alpino all’Ortigara. C’è chi raccoglierà la terra nell’orto del nonno, anche lui «andato avanti» nella montagna sacra, chi opterà per un luogo simbolico, come quelli colpiti dai bombardamenti nella seconda guerra mondiale. Un gesto celebrativo a cui hanno pensato gli alpini di Verona, in vista del centesimo anniversario di una delle battaglie più sanguinose del primo conflitto mondiale. A portare sull’Ortigara una «presa» di terra, saranno non solo i duecento gruppi della sezione scaligera, una delle più numerose (conta anche centri nel Mantovano), ma quelle di Marostica e Asiago. Le stesse che, ogni anno, la seconda domenica di luglio, organizzano il pellegrinaggio sulla cima dell’Altopiano dei sette comuni. L’annuncio ufficiale dell’iniziativa verrà fatto oggi, nel corso del convegno che si terrà oggi in Gran Guardia, dedicato proprio alla sanguinosa battaglia. Durante i diciannove terribili giorni del giugno 1917 i morti, i feriti e i dispersi ammontarono a 25.199 uomini dell’esercito italiano (di cui 2.865 decessi) e 8.828 (992 decessi) di quello austroungarico. Il tributo veronese fu pesante: 112 caduti, 139 dispersi e 993 feriti. L’allora cappellano militare, con il grado di tenente, Giulio Bevilacqua, nato a Isola della Scala e poi elevato a cardinale, descrisse tanta violenza con un tocco tragicamente lirico, in un’omelia: «Ho visto volare uomini che non avevano le ali». «Il legame della nostra sezione con l’Ortigara è profondissimo – spiega il presidente dell’Ana di Verona, Luciano Bertagnoli – quel luogo è stato un calvario per i nostri due battaglioni, il Verona e il Monte Baldo. Ci sono state alcune figure chiave: oltre al cardinale Bevilacqua, quella di monsignor Piccoli, che ha voluto il sacrario su quel luogo. Infine, Giuseppe Cinetto, lo scultore che ha scolpito la statua posta davanti al sacello. E, ovviamente tutti quelli che “sono andati avanti”. Ma questa iniziativa è rivolta in particolar modo a chi resta: alle nuove generazioni che non sanno nulla di quel che è accaduto in quei luoghi». Nel convegno in programma oggi, ci saranno quattro storici ad analizzare la battaglia, spiegando in particolare l’impegno delle due divisioni veronesi. Tra i presenti, il generale il comandante delle Forze operative terrestri di supporto, il generale Amedeo Sperotto

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