OPINIONI

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Pubblicato il 09/08/2018

MARCINELLE NON C’ENTRA NIENTE CON I CLANDESTINI IN ITALIA

NON SE NE PUO’ PIU’ DI AFFERMAZIONI IDIOTE SULLA IMMIGRAZIONE CLANDESTNA

di Corrado Corradi

Mo’, da figlio di emigrati mi indigno anch’io alla faccia di chi per professione fa l’indignato.
No, Onorevole Morani!
No Ministro Moavero!

Il paragone tra i nostri nonni emigranti e gli immigrati che sbarcano sulle nostre coste in maniera clandestina (propro come fanno ladri e contrabbandieri), senza arte ne parte, tronfi di tre sentimenti :
• il revanscismo nei nostri confronti (perché siamo stati crociati, schiavisti e colonialisti e siamo razzisti e xenofobi);
• la fregola di realizzare subito quel che si aspettano di realizzare: soldi e benessere in fretta e a ufo ;
• la certezza di sbarcare tra gente che non conosce la morigeratezza dove le donne sono sgallettate e gli uomini dei deboli rinunciatari… una società debosciata dove:
 per alcuni, campare a sbafo di prepotenza ;
 per altri (i musulmani militanti) raddrizzare un popolo di debosciati imponendo la shari’a e acquistare all’Islam nuove genti.
E’ INACCETTABILE !!


I miei genitori, emigrati italiani come tanti altri, non sono paragonabili a chi atterra clandestinamente sulle nostre coste per due ragioni essenziali che tagliano la testa a ogni toro, ma soprattutto sbugiardano chi afferma:
• «oggi ricorre l’anniversario di Marcinelle, 136 italiani emigrati hanno lasciato la loro terra in cerca di un futuro migliore, cercavano lavoro, hanno trovato la morte. Avevano i musi neri, sporchi di carbone. Erano i nostri musi neri» (On.le Morani, PD)
• «…ma non dimentichiamo che i nostri padri e nonni erano migranti”… “Siamo stati una nazione di emigranti» (Min. degli Esteri, Moavero).


NO On.le Morani! tanto per ristabilire un minimo di giustizia, i 136 morti di Marcinelle avevano i musi anneriti da un onesto e duro lavoro che sono andati legalmente a cercare in Belgio, se non l’avesse capito glielo ribadisco: SONO EMIGRATI LEGALMENTE IN BELGIO PER ANDARE A LAVORARE, certo erano sfruttati come lo erano i 12 migranti (alcuni clandestini e alcuni regolari) morti l’altro giorno in un incidente stradale in quel di Foggia ma, mi tolga una curiosità, lei si rende conto solo adesso che tra coloro i quali atterrano clandestinamente da noi vi sono alcuni che giocoforza entrano nel giro dello sfruttamento del caporalato? quel giro infame che trova alimento proprio in quella folla di clandestini che Lei, On.le, vuole alimentare permettendo che ne arrivino altri?

NO Signor Ministro Moavero! i nostri nonni e i nostri padri (fra i quali, orgogliosamente, annovero i miei genitori) quelli che improvvidamente (uso un eufemismo) la Morani indica come «i nostri musi neri», proprio come mio padre e mia madre, un giorno hanno caricato baracca e burattini e, nel rispetto delle regole civili si sono incamminati verso altri paesi per cercare con il lavoro onesto di migliorare la loro vita; hanno bussato alla porta e aspettato un cenno di «avanti» prima di entrare e una volta entrati in quelle terre si sono adeguati alle regole dell’ospite senza arroganza (non mi risulta che abbiano incrmentato gli stupri, lo spaccio, la prostituzione e il furto).
NO, signor ministro, quegli italiani non meritano un simile paragone !


Quando si affronta la questione migranti clandestini, un po’ per superficialità, un po’ per mal interpretato umanesimo, molto per pernicioso ragionamento ideologico, si tende a considerarli tutti profughi e la considerazione che va per la maggiore è di una banalità e di una superficialità che disarma (oltre che far incazzare): «inseguono la speranza di una vita migliore» …ma, benedett’Iddio, come si fa sparare una frase cosi’ banalmente idiota riguardo ad un sentimento cosi’ nobile come la speranza, glissando su domande tipo:
• la speranza affidata a un racket mortifero?
• é questa la loro speranza di vita migliore?
• loro la speranza la alimentano cosi’?
• Chi o cosa ha instillato in loro quella speranza (che spesso contrasta con le loro intime aspirazioni) e perché?
Per dirla cruda:
• perché i clandestini, che provengono per la maggior parte da paesi morigerati quanto a costume femminile, anelano (cosi’ forte, tanto da sopportare gravi disagi e rischiare la vita) a venire nei paesi dove loro sono convinti che imperi lo sgallettammento?
• Perché non si mettono in fila per emigrare nei paesi musulmani del golfo? In quei paesi dove accettano di emigrare invece i veri disperati (le popolazioni indigenti del Bangla Desh e aree circostanti) ai quali viene riservato un trattamento da schiavi da quelle nazioni che con la gran parte dei migranti che giungono da noi hanno in comune la regola religiosa.
Francamente, a me, quel tipo di speranza sembra dettata più da un’illusoria fregola che dalla disperazione!
Altro che profughi (almeno la maggior parte di chi sbarca da noi)!
Sia chiaro a tutti: I MORTI DI MARCINELLE NON E’ COSI’ CHE HANNO ALIMENTATO LA LORO SPERANZA DI RACCIMOLARE QUALCHE QUATTRINO PER CAMPARE MEGLIO LA FAMIGLIA.


La disperazione è la juxta giustificazione del siriano, del pachistano o del sudanese CRISTIANI (ove sono orrendamente perseguitati da coloro i quali con la maggior parte dei clandestini hanno in comune la regola religiosa) e meglio ancora con famiglia al seguito, non del giovanotto single e che magari ha lasciato nel suo paese madre anziana e sorelle minori indifese, perché prima di essere un povero migrante clandestino e magari anche profugo è solo un vigliacco… e non del giovanotto africano perché disponendo di 4-5 mila dollari in quel continente, non solo non si muore di fame ma si puo’ alimentare quella speranza di cui sopra avviando un’attività di microimpresa.
E lasciamo stare il giovanotto maghrebino! Il quale è evidente che giunge clandestinamente da noi solo ed esclusivamente per delinquere.
GUARDA CASO, L’AUTISTA DI QUEL DANNATO PULMINO IN CUI SONO MORTI 12 MIGRANTI AFRICANI ERA UN MAROCCHINO, GIUNTO CLANDESTINAMENTE DA NOI E CHE NON HA ESITATO AD APPROFITTARE DI UNA SITUAZIONE INCANCRENITA DA UN DEMENZIALE “ACCETTIAMOLI TUTTI” PER LUCRARE IL SUO TORNACONTO.

Appare in tutta la sua chiarezza che il flusso di profughi é largamente inquinato da personaggi che di profugo non hanno nulla.
Tanto per parlar chiaro e dire pane-al pane-e-vino-al vino e far strillare qualche professionista dell’assistenza ai profughi degenerata ormai in bieco business economico e ancor più bieco strumento di spettacolo politico: in questo più recente periodo appare ormai evidente che le centrali dell’islamismo militante e i vari gruppi della nebulosa jihadista, ormai padroni della costa ovest di quel paese balordo che é la Libia, non smettono di lanciare verso di noi sia quei clandestini mossi dalla fregola di giungere nel paese delle meraviglie e dello «sgallettamento» , sia i militanti di un Islam degenerato in ideologia e che vuole espandersi in Europa.

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