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Pubblicato il 31/12/2018

MAROCCO: CHE SUCCEDE? di Corrado Corradi *

*Corrado Corradi risiede in Marocco, dopo avere militato nel Nono REGGIMENTO Col Moschin ( congedatosi come Colonnello) e per dieci anni nei Servizi di Informazione , operando nei paesi arabi.

Le indagini svolte dalla polizia marocchina sull’uccisione delle due escursioniste scandinave nella regione dell’Atlante marocchino stanno sancendo che l’efferato doppio delitto sarebbe attribuibile alle fregole jihadiste di tre o quattro cittadini del posto convintamente salafiti (che le avrebbero sacrificate ad Allah), assecondati da altri balordi dediti allo spaccio e consumo di stupefacenti, tutti immancabilmente intercettati ed arrestati dalle Forze dell’Ordine.
Più recentemente la polizia marocchina ha anche arrestato un cittadino elvetico-spagnolo, già convertitosi all’Islam in Europa e istallatosi a Marrakech, il quale avrebbe aiutato quel gruppetto di improvvisati jihadisti a realizzare un filmato da mettere sul web.

Quel gruppetto eterogeneo di balordi salafiti e balordi tout-court, tutti dediti allo sniffo e manipolati da quel mentore ispano-elvetico (le indagini sembrerebbero dimostrando una sua contiguità con l’internazionale jihadista), nel loro delirio speravano di «qualificarsi» come jihadisti degni dell’interesse di qualche elemento contiguo all’ISIS eventualmente incistato in Marocco che li avrebbe messi in contatto con i gruppi jihadisti AQMI, ISIS, GSPC che circolano tra il nord Mali e il sud dell’Algeria… questione di fare un salto di qualità e da criminali diventare jihadisti… un’idea strampalata perché il Servizio marocchino ha contezza della pericolosità del fenomeno, sa che il paese é considerato «apostata» dagli allegri sgozzatori di Allah e costituisce l’obiettivo del jihad, per cui tiene gli occhi ben aperti e ha orecchie dappertutto e solo un’azione criminale improvvisata di bassa macelleria poteva sfuggirgli.

Il Marocco, come gli stati europei vive in una situazione di pericolo generalizzato ascrivibile agli effetti generati dalla militanza islamista che, attraverso la «da’wa» (appello/propaganda), induce i giovani più predisposti a farsi jihadisti.
La sera/notte del 16 dicembre scorso gli effetti di questo processo degenerativo della religione islamica hanno colpito due escursioniste scandinave in quel di Imlil in Marocco, ma non dimentichiamo che hanno già colpito in maniera molto più frequente ed efficace in quei paesi (Francia, Belgio, Germania) dove le comunità islamiche sono numerose e la guardia é mantenuta bassa perché si sottovaluta la pericolosità del fenomeno dando per scontato che la permanenza in mezzo a una società laica di quelle famiglie musulmane, spesso allargate, le indurrà ad abdicare alle loro tradizioni e alla loro spiritualità… niente di più sbagliato: un musulmano non si integrerà mai completamente in una situazione non musulmana, egli, con gradazioni più o meno marcate, manterrà sempre la cifra della musulmanità consistente nella certezza di essere moralmente superiore, di veicolare un credo destinato alla salvezza del mondo e di essere da sempre stato trattato ingiustamente.

Certo, non tutti i musulmani in Europa seguono questa genesi che deteriora l’Islam in islamismo militante e poi in jihadismo, la maggior parte di essi ne é esente, pero’ si puo’ dare per certo che il musulmano, essendo più musulmano di quanto un cristiano europeo sia cristiano, mai rinuncerà alla sua musulmanità, quindi mai sarà integrato completamente … e le probabilità che da quelle famiglie, magari più di altre caratterizzate da un approccio granitico alla propria religione (che, ricordiamolo, investe non solo la spiritualità ma anche l’etica, la morale e la politica) esca un figlio jihadista, sono elevate.

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