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Pubblicato il 06/06/2018

MINISTRO TRENTA: IL SUO GABINETTO AFFIDATO A TENENTI COLONNELLI E NON PIU’ A GENERALI


SCELTE STRATEGICHE “DECLASSATE”: PROBLEMI SINDACALI E TAGLI AL PRIMO POSTO

Per diverse ragioni, desta preoccupazione tra gli addetti ai lavori l’attenzione che la Ministro Trenta avrebbe dedicato alle questioni «di truppa». Dalla promessa di intervenire per agevolare i ricongiungimenti familiari, ad un maggiore riconoscimento delle rappresentanze sindacali, fino alla decisione, presa subito dopo l’insediamento, di affidare a quattro tenenti colonnello la gestione del gabinetto del ministro, da tempo nelle mani degli ufficiali generali.
Il timore è di uno svuotamento delle attività svolte in via XX Settembre, che diventerebbero di esclusiva attività sindacale dell’Esercito.

Il ritiro gradule dalle missioni, «che rischia di minare la credibilità internazionale del Paese», secondo alcuni attendibili analisti militari e civili . Afghanistan,con 850 militari, Niger, approvata a gennaio dal governo Gentiloni e subito osteggiata dai cinque stelle. La Lega chiede il rientro dalla Lettonia, che ha irritato non poco Mosca. Il 30 giugno il Parlamento dovrà rifinanziare le missioni. La ministro Trenta vuole approfondire i dossier. Vorrebbe rispettare gli impegni presi con gli alleati europei e con la Nato, e far diventare l’idea del ritiro meno traumatica.

La ministro ha dichiarato che intende dirottare i fondi militari a favore di politiche di efficientamento, prevenzione e cyber-security, che tradotto potrebbe voler dire possibili futuri tagli.

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