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Pubblicato il 10/10/2019

MUORE IL LEONE DELLA FOLGORE GIUSEPPE BAROLETTI

 

 

 

 

E’ venuto a mancare il Leone della Folgore di El Alamein

 

GIUSEPPE BAROLETTI

 

Era circondato dall’affetto dei Paracadutisti in servizio e di quelli dell’ANPDI. Godeva anche dell’affetto e della stima della Associazione “SOLIDARIETA’ AMARANTO ONLUS”, che lo seguiva da tempo , non solo moralmente, collaborando alla sua vita di tutti i giorni.

Le foto  lo ritraggono, commosso,  al Capar, dove ha festggiato  nel mese di Marzo , il 98mo compleanno, circondato dall’affetto  dei baschi amaranto

Giuseppe BAROLETTI, arruolatosi nel giugno 1941, è divenuto paracadutista presso la Regia Scuola di Paracadutismo in Tarquinia nell’Ottobre dello stesso anno; assegnato alla 15^ Cp del 5° Btg partecipò durante la Seconda Guerra Mondiale alle operazioni di guerra in Africa del Nord dove sbarcò nel 21 Agosto 1942; il 6 Aprile 1943 fu catturato dalle FF. AA. inglesi dalle quali fu trattenuto per circa tre anni; rientrato in Italia il 21 Luglio 1946, fu decorato di Croce di Guerra e successivamente inviato in congedo il 21 Settembre dello stesso anno.
Nonostante abbia avuto una vita talvolta difficile, ha conservato lo spirito di quel ragazzo che combatteva nel deserto di El Alamein e che differenzia i paracadutisti all’interno delle forze armate.

Dice di Lui il Presidente Nazionale ANPDI, generale Marco Bertolini:

È lungo l’elenco dei paracadutisti della seconda guerra mondiale che ci hanno lasciato quest’anno. Giuseppe Baroletti, della sezione di Livorno, ha infatti raggiunto i suoi commilitoni poco prima che, come da tradizione, noi paracadutisti d’Italia ci incontrassimo nell’anniversario della battaglia di El Alamein per ricordare quanti, come lui, hanno pagato di persona per consegnarci la Patria di oggi. Sarebbe stato certamente tra di noi, attorniato dai paracadutisti labronici e col suo basco amaranto, diverso nella foggia dal copricapo dei “suoi tempi” ma identico nei valori che, come quello, vuole significare: coraggio, generosità, disinteresse personale, amore di Patria e fedeltà. È, infatti, sempre stato fedele ai valori della sua giovinezza, Giuseppe, ed ha saputo crescere una famiglia degna, che ora lo piange, alimentando con la sua pacata passione molti paracadutisti dell’ANPDI.

Ed è sempre stato fedele all’ANPDI stessa, senza cedere ai personalismi che spesso vengono agitati nella nostra triste epoca in cui il “dovere” viene normalmente asfissiato sotto una coltre di mortiferi e incredibili “diritti”. Non sgomitava Giuseppe, non obiettava, non rivendicava. Semplicemente, modestamente, sommessamente, disciplinatamente interpretava la sua natura di soldato italiano, consapevole del grande onore che gli era stato riservato dall’appartenenza alla Folgore e al 186mo reggimento. Fortunati coloro che hanno saputo informarsi al suo esempio! Folgore!

 

 


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