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Pubblicato il 01/09/2018

PICCOLA CAPRERA -LA ASSOCIAZIONE GIOVANI FASCISTI DI BIR EL GOBI CONTESTATA PER IL CONCORSO SUL PATRIOTTISMO

MANTOVA. Il Museo storico del Reggimento Volontari Giovani Fascisti dedicato ai combattenti della battaglia di Bir el Gobi organizza da nove anni attività culturali dedicate ai giovani. Nessuno aveva mai protestato, sino ad ora


Da sette anni un istituto di Mantova aderisce al concorso del Museo della piccola Caprera che chiede ai ragazzi di esprimersi sul patriottismo.
Quest’anno , però, due genitori hanno deciso di protestare . Il figlio di uno dei due è anche fra i vincitori con il suo tema. Roberto Archi, il preside della scuola media Alberti di Mantova, invita il genitore a non ritirare il premio, casomai. Il concorso “Piccola Caprera“ è sull’Amor di Patria e l’iniziativa ed i costi sono a carico del Museo storico del Reggimento Volontari Giovani Fascisti, dedicato ai combattenti della battaglia di Bir el Gobi.

La Piccola Caprera fu donata ai suoi uomini dal maggiore Fulvio Balisti (1890-1959), comandante del I Battaglione Giovani Fascisti che combatté a Bir el Gobi, nell’Africa Settentrionale. Nel sito del Museo il testamento del donatore, chiede di “Onorare la Patria e perpetuare la storia del Reggimento Volontari Giovani Fascisti (Regio Esercito Italiano)”. Da allora la Piccola Caprera è diventata il Museo Storico del Reggimento, riconosciuto da Regione Lombardia. Un luogo aperto a tutti, visitato anche da tanti paracadutisi .

Nel corso dell’anno a ponti sul Mincio , sede del Museo, si organizzano eventi, incontri e raduni e, una volta all’anno, concorsi per giovani studenti. L’Istituto del concorso contestato è il Comprensivo “Mantova 1” intitolato a Luisa Levi, giovane ebrea mantovana deportata nel campo di concentramento di Auschwitz e morta in quello di Bergen Belsen a soli 15 anni, nel febbraio del 1945.

I genitori dei vincitori affermano che non erano al corrente che i temi sull’amor di Patria scritti dai figli verso la fine dell’anno scolastico, sarebbero stati spediti dalla Scuola al Concorso organizzato dal Museo Reggimentale dei Giovani Fascisti.
Il preside risponde: facciamo tanti concorsi in un anno, dobbiamo informare e chiedere il consenso ai genitori ogni volta?

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