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Pubblicato il 28/06/2019

PONTE MORANDI DI GENOVA: GLI INCURSORI DEL NONO REGGIMENTO “AL LAVORO”


GENOVA- ore 08.10 – 28 Giugno 2019 Le maggiori televisioni nazionali, tutte le testate giornalistiche internet e cartacee e il ministro della Difesa hanno voluto mettersi in contatto, per congratularsi e farci conoscere gli specialisti del Nono Reggimento Col Moschin, che oggi demoliranno tagliandoli chirurgicamente con il loro esplosivo “classificato”, alcuni stralli del ponte Morandi ,proprio quelli che presentavano le maggiori difficoltà di abbattimento per la materia di cui sono composti , la vicinanza a strade ed abitazioni ed il pericolo di vibrazioni e schegge.
Useranno cariche specifiche “da taglio” chirurgico, con una quantità limitata di esplosivo ed un risultato che – lo sappiamo già- sarà quello voluto: crollo controllato, poco rumoroso e con zero detriti che voleranno. In sei secondi l’intera operazione composta di quattro fasi, dovrebbe concludersi.
Se il lavoro dei nostri incursori sarà ben eseguito, si potrà passare alle fasi successive.:

Fase 1: a cura del NONO REGGIMENTO abbattimento della campata 11 : il taglio degli stralli avverrà con uso di cariche esplosive direzionali.

Fase 2: comune ad entrambe le pile, prevede la creazione di un “muro” d’acqua in quota, grazie ad una vasca che copre la lunghezza dell’intera campata, realizzata con i new jersey riciclati dal ponte, l’esplosione di cariche calibrate solleverà l’acqua ad un’altezza di circa 90 metri che, ridiscendendo sotto forma di pioggia intensa prima dell’attivazione della fase 3, contribuirà a mitigare la diffusione di polveri al suolo.

Fase 3: abbattimento delle strutture portanti di entrambe le campate, ossia dei due pilastri che reggono gli stralli, alti circa 82 metri. È previsto l’impiego di cariche esplosive di tipo tradizionale. In meno di mezzo secondo verranno abbattuti gli appoggi e gli impalcati cominceranno a collassare frazionandosi in maniera composta prima dell’impatto al suolo. Per attutire la caduta il terreno sottostante è stato ricoperto di materiale inerte.

Fase 4: prevede, già durante l’esecuzione della fase 3, l’innalzamento di muri d’acqua alti circa 40 metri ai lati di entrambe le campate. Tali muri, attivati anch’essi da cariche esplosive, costituiranno un filtro laterale per gran parte delle polveri generate dalla caduta dei manufatti. I sistemi di mitigazione delle polveri opereranno in supporto ai metodi tradizionali.

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