CRONACA AGGIORNATA OGNI ORA

Condividi:

Pubblicato il 14/04/2018

PRESENTATO IL FILM SUL COLONNELLO CARLO CALCAGNI “IO SONO IL COLONNELLO”

CORTESIA TUSCIATIME

IL COLONNELLO CHE NON SI ARRENDE
di ENZO MERLINA-

TREVIGNANO ROMANO (Bracciano) – Una vita da protagonista quella di Carlo Calcagni che finalmente qualcuno ha voluto portare sul grande schermo all’attenzione di molti. Quel qualcuno e’ il regista Michelangelo Gratton, 53 anni, che ha scelto Trevignano, dove vive, come vetrina per l’anteprima nazionale de “Io sono il Colonnello”, il film-documentario che racconta le straordinarie vicende di Calcagni, colpito da contaminazione da metalli pesanti durante una missione di peacekeeping nei Balcani negli anni ’90.

“Il Colonnello” arriva al cinema Palma in uniforme, la tonnellata di farmaci che deve prendere ogni giorno (circa 300 compresse!) non gli impediscono di essere elegante e di sembrare in forma, quasi piu’ giovane dei suoi 50 anni, se non fosse per le cannule che gli escono dalle narici. Lo accompagnano il regista e l’operatore che l’hanno seguito tre mesi per le riprese nel Salento, dove abita, e a Caposile, in Veneto, per le riprese con l’elicottero. Lo accoglie Claudia Maciucchi, il Sindaco di Trevignano e tra gli ospiti d’onore ufficiali delle Tre Armi, essendo il film realizzato con la collaborazione del Ministero della Difesa.
Ma riepiloghiamo, sia pur per sommi capi, la vita di Calcagni: militare, paracadutista, pilota elicotterista, nel 1996 e’ in missione a Sarajevo: e’ lui che si deve occupare dell’evacuazione medico-sanitaria dei feriti dai bombardamenti ed e’ qui che resta contaminato dall’uranio impoverito presente negli ordigni.
Lo scopre solo anni dopo, quando, rientrato a Viterbo, dove si e’ sposato e lavora come pilota istruttore, viene colpito dai primi sintomi della MCS “Sensibilita’ Chimica Multipla”, malattia degenerativa irreversibile con la quale convive ormai da 16 anni e che lo costringe a prendere dosi massicce di farmaci, sottoporsi a camera iperbarica, flebo, iniezioni. Eppure Calcagni non si arrende, appassionato ciclista da sempre, e’ proprio la bicicletta che gli segnala che qualcosa non va nel suo fisico nel 2002: ci sono particelle tossiche nel suo fegato. Inizia il calvario del Colonnello, ma e’ sempre il ciclismo che lo aiuta a resistere. “La mia macchina di salvezza” la definisce. Il mattino esce dalla sua casa nel Salento, sale sul suo “triciclo volante”, come lo definisce lui, e macina chilometri su chilometri. Nel 2010 entra a far parte del Corpo degli Atleti Paralimpici e vince due medaglie d’oro in Coppa del Mondo di paraciclismo e altre due, sempre d’oro, agli Invictus Games di Orlando, in Florida, nel 2016, i Giochi ideati dal principe Harry della famiglia reale britannica.

Il regista Gratton resta affascinato da quest’uomo tanto da voler girare a tutti i costi questo film-documentario, presentato oggi a Trevignano. “La storia di Carlo e’ quella che piu’ di tutte mi e’ rimasta nel cuore per il suo straordinario valore umano e la sua impareggiabile forza interiore…” ha dichiarato tempo fa. Calcagni, per le riprese, e’ dovuto tornare ai comandi di un elicottero, dopo 15 anni, grazie anche alla collaborazione di WeFly! Team, la pattuglia aerea di piloti disabili.

L’evento di oggi ha anche finalita’ benefiche: l’associazione Lago per tutti onlus raccogliera’ fondi per contribuire alla realizzazione di una spiaggia attrezzata e accessibile ai disabili sul lungolago di Trevignano.

Leggi anche