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Pubblicato il 11/11/2019

RASSEGNA STAMPA- BLACK CAIMAN A LE GRAZIE CON IL COMSUBIN – CONTESTATO IL SIMBOLO DELLA DECIMA

foto sopra: cortesia Roberto Celi – Facebook


LA NAZIONE del 11.11.19
PRIMO PIANO pag. 5
Acque agitate sulla «X» evocativa della Decima

Un consigliere comunale scrive al ministro: «Accostamento inaccettabile». Gli organizzatori: «Solo un logo per indicare l’edizione»
LE GRAZIE Tra i loghi-cornice impressi nelle locandine dell’evento «Black caiman operation» – a corredo degli emblemi degli enti patrocinanti (Comsubin e Comune di Porto Venere) e di una sfilza di sponsor – c’era anche quello dell’associazione sportiva Italian Blade: una «X» sormontata da una lama e dalla parola Gladium. C’è chi non ha gradito e ha preso carta e penna per scrivere al ministro della Difesa, al Capo di Stato Maggiore, al Prefetto e al Sindaco per chiedere chiarimenti. E’ il consigliere comunale di minoranza Fabio Carassale di Rifondazione comunista. La mail è arrivata anche nelle redazioni, alle 22 di venerdì, dopo una lunga meditazione com gli altri componenti del gruppo consiliare. La firma è solo la sua. Sotto la lente, il simbolo «di chiaro riferimento a Gladio e alla Decima Mas della Repubblica sociale italiana», sostiene Carassale. L’affondo. «Sono a chiedere chiarimenti in merito a questa decisione intrapresa da una Giunta che già in altre occasioni non ha condannato l’uso del simbolo della Decima Mas della RSI, sfoggiato anche da un suo componente, l’assessore Emilio Di Pelino, come emerso anche nell’aspra discussione dell’ultimo consiglio del 7 ottobre che riguardava la rimozione dalla sala pubblica comunale “Renzo Mantero” della vecchia targa della Sezione del PCI Porto Venere intitolata a Giacomo Bastreri, primo martire, nel 1921, della nascente violenza fascista».

Considerazioni, con appello alla vigilanza: «E’ inaccettabile che non siano stati colti i chiari riferimenti a ciò che la Storia e la nostra Costituzione condannano». Le istituzioni, quanto meno per ora, non vogliono dare spago alla polemica. La risposta arriva da Simone Zorzetto, presidente di Italian Blade: «Ci rattrista pensare che qualcuno possa aver malamente interpretato i nostri genuini ideali sportivi, travisando sfumature politiche inesistenti. Possiamo serenamente affermare che non esiste alcun riferimento storico/politico, ma solamente la voglia di fare sport avvicinando le persone alle realtá militari italiane e alla gloriosa storia che le accompagna, il tutto valorizzando uno splendido territorio come quello di Porto Venere». Obiettivi di Italian Blade? «Insegnare alle persone a padroneggiare situazioni critiche improvvise, a maggiora ragione in un territorio martoriato da eventi climatici con conseguenze spesso disastrose come la Liguria». Ma perchè quella X evocativa e la parola Gladius potenziali inneschi di sospetti? «Il nostro è il decimo evento organizzato. Ognuno dei nostri eventi reca un nome in codice di un tipo di lama.. knife, dagger, kukri, katana, claymore, gladius in questo caso perché nome della daga storica di ogni esercito nei scorsi millenni». Corrado Ricci

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