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Pubblicato il 28/12/2016

RASSEGNA STAMPA: I GUASTATORI DELLA FOLGORE TRA I TERREMOTATI.

dipasquale

L'Arena
data: 28/12/2016 – pag: 34

LEGNAGO. I militari dell’Ottavo Reggimento sono impegnati da novembre nelle zone colpite dal sisma di Umbria e Marche

Natale accanto ai terremotati
per cento parà della «Briscese»

Oltre ad assistere gli sfollati
i soldati stanno realizzando
le opere primarie nella base
che ospiterà le case-container

Lavorano tutti i giorni fin dalle prime ore del mattino, a temperature rigidissime. Senza fermarsi mai, nemmeno il giorno di Natale. Del resto, i 100 militari dell’Ottavo Reggimento Genio Guastatori Paracadutisti Folgore di Legnago impegnati dalla fine di novembre nelle aree terremotate di Marche e Umbria come uno dei 16 reparti che costituiscono la Task Force Genio 2 – per un totale di 400 uomini comandati proprio del colonnello Carlo Di Pasquale, comandante dell’Ottavo Reggimento di stanza in via del Pontiere – non hanno certo tempo da perdere. Entro la fine della settimana devono infatti essere consegnate le piattaforme dove verranno installati i moduli abitativi prefabbricati destinati agli sfollati. Ai militari della Briscese, che hanno piantato il loro accampamento base a Muccia, in provincia di Macerata, ma che di volta in volta in base alle necessità raggiungono i diversi Comuni inseriti nel cratere del terremoto, è stato appunto affidato il compito di realizzare le opere di urbanizzazione primaria per il posizionamento dei container. Ovvero l’allaccio delle fognature, della rete idrica, elettrica ed antincendio, oltre alla posa delle massicciate in cemento per le quali l’unità, altamente specializzata, sta utilizzando i suoi mezzi per il trasporto e movimento terra, gruppi elettrogeni ed altro materiale per la logistica. A tutto ciò si aggiungono molti altri incarichi. Come il ripristino della viabilità sulle strade ancora interrotte, il recupero e il controllo di beni culturali e, non da ultimo, l’assistenza agli sfollati. Ogni giorno, in tre diversi punti di vettovagliamento, grazie a personale dislocato permanentemente, i parà provvedono infatti a distribuire 1.300 pasti. «C’è davvero molto da fare», riferisce il comandante Carlo Di Pasquale, «l’area dei centri del cratere è devastata e non solo per quanto riguarda gli edifici. Molte vie di comunicazione sono infatti in pessime condizioni e non si sa nemmeno se potranno essere ripristinate o se si dovrà realizzarne di alternative. Le montagne appaiono spaccate ed in molti punti è cambiata perfino la morfologia del territorio». E poi, naturalmente c’è la popolazione. «Qui sono tutti forti, sanno reagire», prosegue il comandante Di Pasquale, «ma psicologicamente per loro è difficile tenere duro. Le scosse continuano ogni giorno, la gente ha paura e anche chi ha la casa agibile preferisce dormire nelle tende. Per questo cerchiamo di sostenere i terremotati anche sotto altri aspetti. L’altra settimana, per esempio, abbiamo organizzato una mattinata particolare per i bambini delle primarie». Un legame quello instauratosi con la popolazione che si è ulteriormente rafforzato in occasione del Natale, quando nella notte tra il 24 ed il 25 dicembre, circa 400 persone, tra militari, civili e volontari, hanno preso parte alla messa di mezzanotte e alla grande tavolata allestita sotto una tensostruttura. E la gente di quelle zone per i tanti militari lontani dai propri affetti si è trasformata un po’ in una seconda famiglia. «Erano presenti anche i carabinieri», precisa Di Pasquale, «perché ciò che stiamo portando avanti appartiene a tutta la Difesa e non solo all’Esercito. Il menù era semplice, tutto a base di pesce con i piatti tradizionali della zona. Tanta merce è stata donata dai supermercati Tosano, mentre ai bambini, grazie ad un Babbo Natale arrivato dal cielo con tanto di paracadute, sono stati portati diversi regali, tra cui i giocattoli raccolti dall’Istituto Canossiano di Legnago e le letterine con le poesie dei bambini delle scuole di Terranegra». «Non sappiamo quando torneremo a casa», conclude il comandante, « ma non ci interessa perché siamo contenti di ciò che facciamo. Speriamo solo che il tempo regga in modo da non ritardare i lavori».

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