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Pubblicato il 24/06/2014

RASSEGNA STAMPA: IL GIORNALE DI VICENZA PARLA DEL PROGETTO EL ALAMEIN

PARMA- Riportiamo un bell’articolo stimolato dalla sezione ANPDI di Vicenza,presieduta da Guido Barbierato, che parla del progetto El Alamein e fornisce sinteticamente una bella immagine del ciclopico lavoro svolto dai volontari.


IL GIORNALE DI VICENZA del 24 Giugno 2014
La guerra civile blocca il cippo per El Alamein

Roberto Luciani

A ottobre potrebbero riprendere le missioni con i volontari vicentini Tra i problemi da risolvere anche la proprietà del Sacrario Italiano

«Ad ottobre dovremmo riprendere le missioni, almeno stando anche alle rassicurazioni del nuovo ministro per il turismo egiziano. Da marzo,infatti, avevamo sospeso ogni intervento, considerata la situazione politica e civile dell´Egitto». Guido Barbierato, responsabile provinciale dell´associazione nazionale paracadutisti d´Italia, racconta la sua di Africa ed in particolare quella che va sotto il nome di Progetto El Alamein.
Che non è, si badi bene, una semplice operazione reducistica ma una vera e propria spedizione storica e scientifica che da qualche anno sta impegnando i reduci e congedati della mitica Folgore, sotto la guida di Francesco Crippa e Walter Amatobene, nonché i ricercatori dell´Università di Padova (a loro volta coordinati dal professor Aldino Bondesan) in un certosino lavoro di ripristino di 560 postazioni ed il censimento di oltre 1.850 luoghi di combattimento.
Diciotto le missioni già effettuate e venti quelle in cantiere, tutte con l´ausilio di volontari. Anche vicentini. «Per quanto riguarda la mappatura con Gps e la messa in posa dei cippi il Progetto può dirsi ultimato. È stato fatto un grande lavoro che ha coinvolto circa trecento volontari. Sono stati posti una novantina di cippi e realizzate migliaia di foto. Un cippo è stato donato anche dalla nostra sezione, posato a Quota 105 dove ha resistito il Raggruppamento Ruspoli, in memoria del Parà Giuseppe Cappelletto, medaglia d´oro al valore militare e morto lì. E soprattutto sono stati ritrovati i comandi delle Divisioni Brescia, Pavia, Ariete, Littorio e del X Corpo d´Armata».
Tutto, compreso gli studi geologici, già illustrato in diverse conferenze internazionali e comunque pronto per diventare un libro, Gli italiani a El Alamein, che presenterà i risultati del lavoro dal 2008 al 2013. «Tutte le scoperta – continua Barbierato – sono state georeferenziate in attesa dell´ultimo scatto. Purtroppo nei mesi scorsi abbiamo dovuto fermarci perché non era più sicuro arrivare sul posto. Abbiamo raccolto il consiglio della Farnesina anche se verso di noi non ci sono mai stati segni di ostilità».
E se le ultime elezioni sembrano aver avviato il Paese verso una fase di normalizzazione, i nodi da sciogliere permangono. Primo fra tutti la proprietà del terreno su cui insiste il Sacrario Italiano, visto che siamo ancora gli unici a non possederlo, a differenza di Germania, Nazioni del Commonwealth e Grecia. «Il Progetto El Alamein donerà questo Parco Storico alle autorità egiziane, che si impegneranno nella protezione dei cippi oggi comunque alla mercè di collezionisti improvvisati. Sarà meta di visite da parte degli appassionati e contribuirà a sostenere l´economia del luogo con un turismo non solo stagionale. Pensi che solo il Sacrario Italiano è meta di 5.000 visite ogni anno».
Per un Paese che ha visto crollare la presenza italiana da 1 milione a 500mila turisti, tra crisi economica e guerra, più di un semplice gesto d´amicizia.

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