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Pubblicato il 22/03/2017

RASSEGNA STAMPA: IL TIRRENO PARLA DI UN CONGEDATO DELLA FOLGORE ECCELLENTE E SFORTUNATO

Il Tirreno ed.
sezione: PISA data: 22/3/2017 – pag: 20

Pasquale, ex parà
finito alla Caritas

«Chiedo solo di poter lavorare e vivere in modo dignitoso»
Mille mestieri, pochi contributi e ora la richiesta di aiuto

PISA Chi conosce Pasquale Mellea, in arte “Jonathan”, non può negare che sia una persona veramente speciale. Orgoglioso, onesto, sempre a disposizione del prossimo anche nelle avversità della vita. Per la Polizia Municipale è un amico e collaboratore prezioso, viso noto per ogni agente in servizio, “ranger” nel vero senso della parola durante le molteplici incursioni fra i canneti della golena d’Arno, permettendo il rinvenimento di innumerevoli veicoli rubati ed occultati (anche sotto terra) in attesa di essere smontati e trasferiti altrove, oltre che di quintali di refurtiva varia nascOsta negli anfratti più impensati da ladri e ricettatori. Pasquale, ex sergente della Brigata Folgore, specialità Genio Guastatori, ha lavorato al servizio e in difesa del nostro Paese per anni, anche all’estero, finché, congedato dopo lungo e onorevole servizio, ha lavorato nel privato per quasi altri due decenni. Poi nel 2009, l’azienda nella quale era impiegato come operaio specializzato, è fallita lasciandolo a casa senza neppure pagare tutto il dovuto per liquidazione ed arretrati e gettandolo nello sconforto più totale. Infatti, da allora, Pasquale, ormai 53enne, non ha più trovato un lavoro regolare che gli permettesse di sopravvivere dignitosamente, nonostante fosse capace e disposto a svolgere ogni tipo di lavoro. Ha la patente “C” per condurre autocarri, l’attestato di Haccp, il diploma di “Promoter” per prodotti agricoli di ogni genere, è mulettista, muratore, domatore e preparatore sportivo di cavalli, esperto in ogni genere di coltura ortofrutticola, e molto altro. Uno che sa ingegnarsi grazie a una manualità prodigiosa.

Oggi, 61enne, invalido riconosciuto al 67%, non ha mezzi di sostentamento e si è rivolto ai servizi sociali del Comune di Pisa, i quali, pur non negando la possibile assistenza (gli garantiscono un contributo di 200 euro mensili), non riescono a garantirgli una regolare occupazione lavorativa consentendogli di giungere all’età pensionabile di 67 anni e 6 mesi. Un’età in cui finalmente potrebbe godere di una minima rendita statale. Attualmente vive, in città, in una stanza in affitto pagando circa 350 euro mensili tra canone e utenze, e mangia per metà grazie alla Caritas e per metà grazie alla carità. «La situazione è insostenibile – dice sempre con grande dignità Pasquale – non voglio e non posso continuare a sopravvivere alle spalle di nessuno, ma voglio guadagnare quel poco con le mie forze. Mi sono rivolto decine di volte allo sportello dell’Ufficio Provinciale del Lavoro, sezione categorie protette, dove sono iscritto dal maggio 2009, ma ad oggi la risposta è sempre la stessa : non c’è nulla».

Mellea sottolinea di essersi adattato a lavorare per 150 euro al mese «a fronte di un impegno lavorativo di 4 ore al giorno per 5 giorni alla settimana, ho poi fatto 3 anni di tirocinio usufruendo dei sussidi della Regione in cooperative che mi pagavano 500 euro al mese e che mi davano la possibilità di provvedere al mio sostentamento. Ma ora nemmeno queste possibilità mi sono più concesse ed io non so come sopravvivere. Lungi da me polemizzare con le istituzioni, ma fossi richiedente asilo non mi troverei nell’assurda situazione attuale, avrei di che mangiare, bere e dormire senza dover pensare al domani, dopo avere fedelmente servito la Repubblica credendo fortemente nei concetti di “Patria” e “servizio”, dopo avere rimesso la mia salute per questo e dopo avere lavorato onestamente e pagato le tasse per tanti anni senza alcun riconoscimento da parte del Paese cui tanto fiero sono di appartenere nonostante tutto». Paolo Migliorini, per qualche mese ancora vice comandante della polizia municipale pisana e attuale capo dei vigili urbani a Cascina, conosce da anni Mellea.

«È veramente un brav’uomo – esordisce –. Collabora spontaneamente con noi da anni con le sue segnalazioni, come fosse uno dei nostri, a suo agio in ogni situazione, sempre desideroso di dare un aiuto agli altri, pur versando nella sua critica situazione. Sempre col sorriso sulla bocca, orgoglioso del suo onorevole passato, sinceramente non merita la non considerazione di cui giustamente si lamenta. Spero vivamente che qualcuno possa dargli la possibilità di recuperare la dignità che merita offrendogli una occupazione di qualsiasi tipo in grado da farlo sentire ancora capace di provvedere a se stesso e non un peso per la collettività, come il sistema attuale lo porta a sentirsi».

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