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Pubblicato il 08/04/2019

RASSEGNA STAMPA-LA NAZIONE: ERA TRANSESSUALE IL GENERALE CHE SALVO’ GEORGE WASHINGTON

LA NAZIONE DEL 8 APRILE 2019
CRONACHE pag. 16
Era transessuale l’eroe della Cavalleria Usa

Dna femminile trovato nei resti di Pulaski, il generale che salvò George Washington
Giampaolo Pioli NEW YORK NEL MOMENTO in cui Donald Trump vieta ai transgender di cambiare sesso sotto le armi se vogliono continuare a far parte del Pentagono annullando una precedente disposizione di Barack Obama, l’America potrebbe trovarsi alle prese con una rivelazione inaspettata. Il generale di origini polacche Casimir Pulaski, considerato «il padre della cavalleria americana» e l’eroe che ha salvato la vita di George Washington contro gli inglesi, in realtà sarebbe stato una donna sotto l’uniforme. O, meglio, secondo recenti studi sul teschio e sulle ossa, due antropologi americani, Charles Merbs e Karen Burns, che ne hanno esaminato il Dna mitocondriale recuperato dai suoi resti a Savannah in Georgia, sarebbero propensi nel ritenere che si tratterebbe di «ossa femminili». GLI STUDIOSI definiscono quindi il grande condottiero – ferito mortalmente in battaglia da colpi di mitraglia durante un assalto con i battaglioni di cavalleria a Savannah l’11 ottobre del 1779 quando aveva solo 34 anni – un «soggetto intersessuale», ma che non ha mai pensato di essere donna, anche se molti storici ritengono che «pensasse di essere un uomo con qualche cosa di sbagliato nel suo corpo». PULASKI, dopo aver combattuto sia sul fronte polacco che su quello della Rivoluzione Americana, sembrava «vivere solo in battaglia e in sella al suo cavallo» che venne ucciso assieme a lui. Il giovane generale aveva avuto sempre diversi problemi a confrontarsi con la catena di comando, sia nei confronti dei superiori che dei sottoposti. La sua alterna, e a tratti controversa, carriera con diversi eserciti, che lo vide costretto a fuggire dalla Polonia per riparare in Francia dove finì anche in galera per debiti, trovò la rinascita quando fu arruolato per l’American Revolutionary War fino a raggiungere il grado di ‘brigadiere generale’. Fu lui a convincere, nel duro scontro contro gli inglesi, gli alti comandi delle forze statunitensi che avrebbero avuto la meglio se, invece della fanteria, avessero fatto maggior affidamento sulla forza d’urto e sulla velocità della cavalleria. Le sue indicazioni diventarono presto leggenda. A 240 ANNI dalla morte, con monumenti in suo onore sparsi in tutto il mondo e grandi riconoscimenti anche nelle comunità massoniche americane, Casimir Pulaski si ritrova a venir oggi indicato come il primo «generale donna» o «ufficiale transgender» delle forze armate americane. LA FERITA all’altezza dello zigomo sinistro riscontrata nell’esame del suo cranio, confermerebbe che si tratta proprio del leggendario combattente che ha infiammato decine di battaglie in quelli che sarebbero diventati i futuri Stati Uniti d’America. Oggi il Pentagono ha 14.700 militari in servizio attivo qualificati come transgender e molti di loro hanno sostenuto in tribunale che «il cambio di sesso li ha resi molto più forti e solidi nelle loro missioni» perché non dovevano più nascondersi o mentire come accadeva per gay e lesbiche col «don’t ask don’t tell» che venne abolito da Obama nel 2016.

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