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Pubblicato il 21/01/2018

RASSEGNA STAMPA: LA NAZIONE PARLA DEL SAVOIA CAVALLERIA PARACADUTISTI

Margheriti: «Un onore comandare questa unità»

GROSSETO


CRONACA GROSSETO pag. 9

Margheriti: «Un onore comandare questa unità»

IL REGGIMENTO Savoia Cavalleria di Grosseto ha assunto da circa tre settimane il comando dell’unità denominata Italbatt nella terra dei cedri. Il 103° comandante di «Savoia», colonnello Cristian Margheriti, per i prossimi mesi sarà quindi al comando sia dei propri baschi amaranto che di quelli del 183° reggimento paracadutisti «Nembo», già in operazione da circa due mesi in Libano. «Un onore e un privilegio senza pari – commenta il colonnello Margheriti – poter essere alla testa di professionisti, così altamente motivati, e operare sotto le insegne della propria Brigata, la Folgore. L’amalgama tra i due reparti delle aviotruppe ha avuto inizio ben prima dell’estate scorsa, con una lunga serie di attività addestrative e di pianificazione che hanno portato il personale a lavorare in perfetta simbiosi, integrando le proprie esperienze frutto di molte altre operazioni che hanno coinvolto i due reggimenti della Brigata Folgore, sia in Italia che all’estero». I soldati operano sotto l’egida delle Nazioni Unite nel rispetto della risoluzione 1701 con i compiti principali di monitorare e prevenire la cessazione delle ostilità, di supportare le Forze armate libanesi nelle attività di controllo nel sud del Paese, nonché di assistere la popolazione locale con i progetti di cooperazione civile e militare. Il settore posto sotto il comando italiano alle dipendenze del generale Rodolfo Sganga, è composto da circa 3800 uomini, provenienti da 13 diverse Nazioni.

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Savoia, addestramento anche in missione

ADDESTRARSI sempre per essere pronti a fronteggiare al meglio qualsiasi situazione. I militari di Italbatt dell’operazione «Leonte» in Libano sono stati coinvolti in un complesso addestramento. Nell’ambito delle attività di mantenimento di tutte quelle capacità operative già acquisite nel corso di un lungo lavoro svolto in madre patria, il personale del Savoia Cavalleria di Grosseto e del 183° reggimento paracadutisti, sotto la guida del colonnello Cristian Margheriti, ha affrontato una successione di realistiche simulazioni di incidenti, necessarie a testare la propria capacità di risposta, nonché l’applicazione delle regole di ingaggio previste nel delicato teatro operativo libanese. L’esercitazione, denominata «Combinex», interesserà nei prossimi mesi tutte le unità straniere schierate con la Joint Task Force Lebanon – Sector West, attualmente alle dipendenze del generale di Brigata Rodolfo Sganga, già comandante della Brigata paracadutisti «Folgore». L’attuazione di tutti i piani di emergenza necessari a reagire a ogni tipo di incidente e prevenire possibili escalation riveste un carattere fondamentale per il personale impiegato in qualsiasi tipo di operazione. Per questo risulta importante continuare il mantenimento dell’addestramento dei reparti durante la missione. Inoltre, la possibilità di confrontare le capacità di reazione dei caschi blu italiani con gli Eserciti di altre Nazioni, aumenta il valore dei risultati ottenuti dagli uomini e dalle donne di Italbatt, che hanno superato tutte le difficoltà, di livello crescente, previste dalla complessa attività, riscuotendo l’apprezzamento dei vertici di Unifil. Nel corso dell’esercitazione «Combinex» sono stati simulati un attacco con predisposizione di un posto di comando e di una sala operativa nel bunker, la minaccia di un incendio all’interno della base, l’arrivo e il soccorso di un ferito civile dall’esterno, un attacco con ied (acronimo inglese che sta per ordigno esplosivo improvvisato, ovvero una bomba realizzata con materiali non convenzionali) che ha provocato danni e un ferito, la movimentazione di artificieri per la bonifica dell’area e la successiva rimozione del mezzo pesante coinvolto nell’esplosione. L’integrazione dei cavalieri paracadutisti di Savoia con i colleghi delle aviotruppe appare ormai consolidata; l’orgoglio di affrontare insieme, non solo l’operazione «Leonte», ma anche tutte le ulteriori attività, dà la misura dell’alto livello di amalgama raggiunto in questi ultimi anni. Savoia veste orgogliosamente il basco amaranto ormai dal 2013, anno dell’inizio del processo di trasformazione in unità delle aviotruppe. In Libano indossa il casco blu dell’Onu. Irene Blund

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