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Pubblicato il 16/04/2018

RASSEGNA STAMPA- LA VOCE DI REGGIO EMILIA. AEROPORTO CONTRO MAXI ARENA: ECCO PERCHÈ IL PROGETTO È BLOCCATO

AEROPORTO CONTRO MAXI ARENA: ECCO PERCHÈ IL PROGETTO È BLOCCATO
LA VOCE DI REGGIO EMILIA DEL 15 APRILE 2018

di Pierluigi Ghiggini

Si addensano nubi di burrasca sul progetto sull’arena Grandi Eventi del Campovolo di Reggio Emilia, il progetto di legislatura voluto con determinazione dal sindaco Luca Vecchi. Dopo i boatos incontenibili sullo stato di abbandono dell’area che per decenni ha ospitato Festa Reggio, e il fatto che non vi sia traccia di alcun cantiere a cinque mesi dall’approvazione d’urgenza del progetto e delle varianti al Psc in consiglio comunale (progetto del resto varato in Conferenza dei servizi con un percorso privilegiato e ben studiato a tavolino), il capocordata Coopervice ha fatto sapere che l’opera sarà senza dubbio realizzata, ma col ritardo di almeno un anno sulla tabella di marcia (vedere articolo sotto).

Eppure nel novembre scorso, dopo l’approvazione in consiglio comunale, la Giunta Vecchi comunicò che la conclusione dei lavori era prevista per l’estate 2018.

A due mesi dall’estate non una zolla di terra è stata smossa, ed è desolante lo spettacolo dell’abbandono dell’area non operativa dell’aereoporto Bonazzi.

Coopservice, Nial Nizzoli e la Consortile Campovolo affidata alle mani esperte di demos Salardi, hanno fatto sapere che l’inaugurazione, se va bene, slitta alla fine del 2019, comunque dopo le elezioni amministrative.

Una doccia fredda per il sindaco Vecchi.

E un problema non indifferente anche per la società Aeroporto che aveva messo nero su bianco l’assoluta necessità, per varie ragioni, non ultimo il contributo regionale di 1 milione 700 mila euro, di rispettare il cronoprogramma con l’inaugurazione nell’estate di quest’anno.

L’assessore Pratissoli ha cercato di spegnere l’incendio, parlando di ritardi dovuti a non meglio specificate «migliorie», come determinati servizi che da provvisori diventerebbe permanenti. Si potrebbe arguire che per far tornare i conti (lievitati oltre i 7 milioni di euro) si dovrebbe permettere la costruzione di strutture permanenti.

Ma è tutto da chiarire. Comunque spiegazioni non sufficienti di fronte al fatto che il progetto è stato approvato di gran carriera meno di cinque mesi fa. Del resto la cordata degli investitori sembra aver scoperto solo ora che l’intero terreno va bonificato da eventuali ordigni bellici. Si parla di contrasti di non poco conto sulla ripartizione dei costi, che sono cresciuti e quindi comportano la revisione del punto di pareggio, fissato in origine a trecentomila presenze per stagione per un’arena all’aperto che potrà lavorare si e no da giugno a settembre-ottobre. Ma le ragioni di questo blocco sostanziale potrebbero essere altre.

In primo piano c’è un ricorso al Tar di Parma, ricorso piuttosto pesante nelle motivazioni, presentato dalla Callegari srl, società parmigiana leader nel settore degli apparecchi per automedicazioni, il cui patron Renzo Catellani è un grande appassionato di aerei storici, e per questo ha un hangar e un ramo d’azienda al Campovolo, con un centro di restauro rinomato a livello internazionale e cinque velivoli (tra cui un aermacchi a reazione) che partecipano a manifestazioni e dimostrazioni in tutta Europa.

La Callegari ha chiesto l’an – nullamento delle delibere votate dal consiglio comunale il 13 novembre scorso (approvazione del procedimento semplificato, ratifica della variante al Psc, adozione del nuovo Pa Aeroportuale etc.) In febbraio il Tar ha respinto la richiesta cautelare di sospensiva, ma la partita è ancora aperta perchè i giudici amministrativi devono pronunciarsi nel merito della causa. Il, riserbo è molto stretto, ma si sa che i legali stanno preparando importanti documentazioni.

E il Comune di Reggio, chiamato davanti al tar insieme alla società Aeroporto, sa che la Callegari ha colto un punto debole del progetto. Cosa c’è in ballo? In sostanza la società Aeroporto aveva ottenuto da Enac (l’ente aviazione civile) la concessione ventennale dell’intera area Campovolo con il vincolo tassativo dello «sviluppo aeroportuale». Però tale vincolo viene dribblato con una subconcessione finalizzata alla realizzazione di un’area spettacoli, con con lo sviluppo aeroportuale non c’entra molto. Con l’aggravante che l’arena finirebbe per danneggiare in modo ritenuto irreparabile le attività aeroportuali. Si parla di almeno 15 concerti per stagione, che comporterebbero – secondo gli interessati – la chiusura dell’aeroporto per almeno due giorni in occasione di ogni concerto.

Inoltre in occasione delle manifestazioni di massa verrebbero realizzati parcheggi provvisori per diecimila automobili nel pieno dell’area operativa.

A ciò si aggiungerebbero problemi ritenuti insormontabili per i coni di sicurezza. Ce n’è abbastanza, secondo i ricorrenti, per resettare il progetto.

Il problema, particolarmente delicato è che nella Conferenza dei Servizi l’ese – cutivo dell’arena Grandi Eventi è stato approvato anche da Enac. Che dunque secondo alcuni avrebbe agito contro i vincoli da essa stessa posti (lo sviluppo aeroportuale) e in definitiva contro gli interessi tutelati dall’Ente. E’ la ragione per cui Enac potrebbe essere chiamata a rispondere davanti al Tar. Ma il tasto, dicevamo, è delicato non solo dal punto di vista amministrativo: Enac dipende dal ministero dei Trasporti e dell’Infrastrut – ture, dicastero del ministro Graziano Delrio, già sindaco di Reggio. C’è dunque chi adombra una manina politica nel voto favorevole di Enac. A ciò vanno aggiunti gli esposti presentati alla Procura e ai Carabinieri dai consiglieri di Alleanza Civica a proposito degli abusi edilizi perpetrati nell’area non operativa del Campovolo dalla gestione di Festa Reggio, vale a dire dal Pd. Insomma, la matassa è ingarbugliata.

Il percorso che ha portato all’approvazione del progetto è segnato in ogni passaggio da forzature politiche: non va dimenticato che la subconcessione dell’area non operativa fu assegnata alla società Aliente del Pd in cordata con Coopservice, unica concorrente alla gara, con un rilancio di un solo euro.

Comunque vadano le cose, Reggio Emilia o poi sarà chiamata a decidere se avere un’arena per grandi concerti oppure un piccolo aeroporto, che già oggi ospita eccellenze di livello nazionale. La scelta è strategica per Reggio.

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