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Pubblicato il 12/05/2018

RASSEGNA STAMPA- RACCOLTA FIRME PER FAR TRASFERIRE LA AVIOSUPERFICE DI LORETO/RECANATI

IL RESTO DEL CARLINO
12 MAGGIO 2018
ANCONA
«L’aviosuperficie va trasferita»

Una sessantina i residenti che hanno lanciato una petizione
C’È CHI SALUTA con piacere l’arrivo della bella stagione e chi, invece, paventa il bel tempo perché con questo arriva anche il continuo disturbo della quiete familiare. Fra quest’ultimo anche Luciano Galli che risiede, per sua sfortuna, a pochi passi dall’aviosuperficie in zona Squartabue di Recanati. In campagna, per la precisione a Chiarino, dove pensava di poter trovare silenzio e pace e invece, specie durante i mesi primaverili ed estivi, deve fare i conti con il rumore continuo e assordante derivante da un aeroplano del centro di volo «Ali sul Conero» che, decollando, sorvola la zona circostante per effettuare voli turistici o per raggiungere la quota necessaria allo sgancio di paracadutisti. Stanco di segnalazioni ripetute alle autorità, fino ad oggi andate tutte a vuoto, con altri sessanti residenti della zona, che gravitano in una vasta area comprendente i comuni di Recanati, Loreto, Castelfidardo e Montelupone, hanno dato mandato a due legali, Isabella Biasco e Morena Francioni di Macerata, di intimare l’alt a questa attività magari trasferendola in una zona meno densamente abitata o che, almeno, sia drasticamente ridotta limitando l’autorizzazione al sorvolo a settimane alternate o per un massimo di tre ore giornaliere. Della loro richiesta hanno già interessato, oltre ai Comuni di Recanati e Loreto, direttamente coinvolti, anche l’Enac di Roma e la Direzione Aeroportuale dell’Aeroporto di Falconara Marittima minacciando di adire le vie legali, se non riusciranno a trovare un po’ di pace, al fine di tutelare il proprio legittimo diritto alla quiete, alla salute ed all’incolumità. I sessanti firmati della petizione la definiscono una tortura cinese soprattutto durante i weekend, nei giorni festivi e, nel mese di agosto, quotidianamente, comprese le prime ore pomeridiane, proprio quando i residenti della zona avrebbero maggior necessità di riposo. E INVECE NO, si ritrovano barricati in casa con le finestre chiuse (malgrado i 40 gradi estivi) subendo, loro malgrado, tutti gli effetti negativi dell’inquinamento ambientale ed acustico provocato dai velivoli in volo. A tutto questo si aggiunge anche una notevole preoccupazione negli abitanti della zona per l’oggettivo pericolo di caduta degli aerei, circostanza non nuova, basta ricordare l’episodio avvenuto nell’ottobre scorso quando un aereo, decollato dall’aviosuperficie, è precipitato sopra il gazebo del ristorante vicino e solo per mera fortuna non ci sono state vittime. Asterio Tubaldi

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