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Pubblicato il 08/11/2014

RASSEGNA STAMPA SULLA TRAGEDIA DELLA MELORIA

LA NAZIONE DEL 8 NOVEMBRE 2014
PAGINA DI LIVORNO
CRONACA pag. 7
«Quella strage è un brivido per ogni parà»

Il 9.9.1971 morirono 52 militari: toccante commemorazione coi bambini delle scuole

CERIMONIA SOLENNE Un momento della commemorazione di ieri mattina per le vittime del più grave incidente aereo dell’Aviazione Italiana
LIVORNO È ANCORA forte il ricordo dei 46 paracadutisti e dei 6 aviatori inglesi che il 9 novembre 1971 persero la vita nelle acque delle secche della Meloria a causa di un incidente aereo. Tutti giovanissimi, i «Parà» italiani e i colleghi d’oltremanica erano partiti insieme, imbarcati sul velivolo della Royal Air Force per partecipare all’esercitazione «Cold Stream» prevista quel giorno in Sardegna. Ma l’aereo «Gesso IV» non arrivò mai a destinazione e, dopo essere decollato da Pisa, si inabissò a poche miglia dalla costa livornese. In quel giorno di 43 anni fa, il 187°Reggimento della Brigata Folgore si ritagliò tristemente un posto nella storia. Dal dopoguerra in poi, quello della Meloria è rimasto il più grave incidente subìto dalle forze armate italiane. IERI MATTINA, come accade ogni anno da quel tragico 1971, si sono svolte le celebrazioni per onorare la memoria dei 52 militari scomparsi. Alla caserma Vannucci è stata celebrata una partecipatissima Messa solenne. Poi, poco dopo, sono stati portati fiori e corone d’alloro al Monumeto ai caduti della Meloria che si trova a Banditella e la cerimonia si è conclusa al Cimitero comunale dei Lupi, dove sono sepolti i corpi. Nel pomeriggio, invece, militari, autorità e familiari dei defunti si sono recati sul luogo dello schianto, arrivando nella zona delle secche della Meloria a bordo di un rimorchiatore messo a disposizione per l’occasione dalla famiglia Neri. «IL 9 NOVEMBRE 1971 ha detto il colonnello Angelo Sacco coincide con un ricordo triste e ben preciso per ogni paracadutista del 187°Reggimento. Coincide con un brivido, con un pensiero commosso. Per tutti i paracadutisti il lancio rappresenta il coronamento di un sogno, il tuffo nel vuoto sazia il desiderio di affrontare e sconfiggere il rischio. Quel giorno, il desiderio di quei ragazzi rimase irrealizzato. Morirono per compiere il loro dovere e meritano di essere ricordati con rispetto e devozione. La Folgore non dimentica i suoi uomini». Insieme alle famiglie e ai «Parà» era presente anche James Dible, rappresentante a Roma dell’esercito inglese. «Siamo fortunati che nel mondo ci siano ancora uomini e donne coraggiosi che fanno sacrifici per garantire la nostra sicurezza. Oggi più che mai, dunque, è importante ricordare i caduti, in particolare quei giovani 52. Il valore dei militari rappresenta il valore delle nazioni e l’impegno a realizzare un futuro di pace e unità». Nicolò Cecioni


Ogni anno siamo a Livorno per ricordare i nostri ragazzi»

LE TESTIMONIANZE I PARENTI DELLE VITTIME
COME ogni anno, ieri mattina a Livorno si sono ritrovati i familiari delle vittime dell’«Incidente della Meloria». Il 9 novembre 1971 è una data che è rimasta, e rimarrà per sempre, impressa nei cuori dei genitori e dei fratelli dei caduti. Nessuno dei giovani paracadutisti che persero la vita precipitando in mare era livornese e perciò in questi giorni sono arrivati in città i parenti e gli amici, con l’intento di ricordare i propri cari. Sebbene il tempo non abbia assolutamente cancellato il dolore, per molti di loro tornare a Livorno non rappresenta più una sofferenza, ma piuttosto una condivisione del ricordo. «Sono stato io a convincere mio fratello ad arruolarsi racconta Giuseppe D’Alessandro e lo accompagnai alla stazione per prendere il treno per Livorno. L’ultima volta che ho visto Antonio fu il 3 novembre, alla cerimonia d’accoglienza in caserma. Sono nato a Nocera e vivo a Milano da 50 anni. Ma la distanza non mi ha mai impedito di venire a ricordare mio fratello. Sono 43 anni che partecipo a questa cerimonia». ARRIVANO dal Veneto, invece, Sergio e Antonio Frasson, fratelli di Carlo, scomparso nel 1971 a soli 19 anni. «Ritrovarono il suo corpo spiegano 8 mesi più tardi, precisamente il 4 giugno 1972. Abbiamo anche un’altra sorella che però oggi non è potuta venire. Siamo di Mirano di Venezia e nostro padre, dopo la scomparsa di Carlo fece costruire una piccola cappella in suo onore. Alla cerimonia in Banditella hanno partecipato anche i bambini della scuola materna Giosuè Carducci, mentre in rappresentanza del vescovo Giusti, per dare la benedizione al monumento ai caduti della Meloria, è arrivato don Giuseppe Coperchini. Un particolare ringraziamento da parte dei paracadutisti della Folgore è andato alla famiglia Neri per aver messo a disposizione il rimorchiatore. «In quel triste momento ha detto Piero Neri i nostri dipendenti parteciparono alle operazioni di ricerca, mettendo a disposizione anche la loro vita. Per me è un onore aver partecipato a questa cerimonia ed è stato un piacere aver ospitato i familiari dei caduti sul rimorchiatore per andare a deporre una corona di fiori alla Meloria». N.C.
Ritaglio

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