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Pubblicato il 23/05/2017

RASSEGNA STAMPA: IL CORRIERE PARLA DEI RISULTATI DELLA BERETTA

CORRIERE DELLA SERA – BRESCIA
sezione: Prima Pagina Economia data: 23/05/2017 – pag: 6

Beretta vola grazie all’export Crescono fatturato e commesse

Ma non fornirà più armi all’esercito Usa. Accordi con Argentina e Polonia

In Italia il Gruppo Beretta conta quattro aziende (due a Gardone, una a Urbino e l’altra in Trentino), ma è grazie all’export che la holding costruisce gran parte del proprio fatturato: i ricavi provengono per il 94% dalle vendite sui mercati esteri. Le armi sportive, quelle venatorie e da difesa sono il principale core business, ma si conferma la tendenza di crescita nel settore «non firearms»: da una parte visori notturni e optoelettronica (+14%), dall’altra abbigliamento e accessori (+5%). Tutti insieme rappresentano ormai un terzo dell’intero volume d’affari. I numeri della multinazionale con sede a Gardone Val Trompia, che dà lavoro a circa 3 mila persone, registrano un fatturato consolidato pari a 679,4 milioni di euro, in crescita (+3%) rispetto all’esercizio precedente. L’Ebitda ha segnato quota 117 milioni (+13%) e il risultato operativo (85,1 milioni) è incrementato in maniera importante (+19%). Ma è l’utile netto che segnala un risultato di grande respiro (+26%), visto che è passato dai 47 milioni del 2015 ai 60 dell’anno scorso. Sono alcuni dei numeri che emergono dal bilancio consolidato della Beretta Holding, approvato ieri dagli azionisti che puntano a far crescere l’azienda: la spesa in ricerca e sviluppo rappresenta una voce importante (18,8 milioni), dato che vale il 2,8% dell’intero fatturato. La multinazionale controlla aziende sparse in tutta Europa, ma anche una fabbrica in Cina e diverse aziende di rilievo negli Stati Uniti: il continente a stelle e strisce rappresenta il giro d’affari più importante, tanto da costituire più della metà del fatturato (52%). In una nota, la società spiega che il bilancio 2016 «è stato caratterizzato dalla conferma, per buona parte dell’esercizio, del vigore della domanda proveniente dal mercato civile degli Stati Uniti e dalla crescita delle vendite in Europa; stabile il giro d’affari realizzato nelle altre aree del mondo», comprese Australia, Nuova Zelanda, Russia e Turchia. La vera novità, che però il bilancio 2016 non contempla, viene sempre dagli Stati Uniti: dopo 32 anni di onorato servizio, Beretta non fornirà più le pistole d’ordinanza per l’esercito americano. La M9 dell’azienda bresciana, da sempre riconosciuta come un’ottima arma, verrà rimpiazzata da quest’anno con armi nuove: ad aggiudicarsi la gara d’appalto per la fornitura delle pistole è stata la società svizzero-tedesca «Sig Sauer Sa», interrompendo una tradizione che durava da trent’anni. È vero che la commessa Usa valeva 580 milioni di dollari (in dieci anni), ma la holding di Gardone ha nel frattempo raggiunto accordi di peso con Argentina e Polonia. Il governo di Buenos Aires ha ordinato circa 150 mila tra fucili d’assalto Arx 200 e pistole Px 4 per le forze armate e la polizia della capitale. Ma anche Varsavia ha stretto accordi commerciali con Beretta, che fornirà fucili di precisione realizzati da una sua controllata, la finlandese Sako, azienda che è stata rilevata dalla holding valtrumplina già nel 2000. «Quest’anno proseguiremo nel nostro processo di internazionalizzazione e di investimenti produttivi ha detto Pietro Gussalli Beretta, presidente e amministratore delegato della Holding con un occhio di riguardo per gli interventi strategici che stiamo sviluppando in tutto il mondo per aumentare l’automazione e la trasformazione digitale dei processi produttivi. Migliora ancora la nostra solida posizione finanziaria, che ci consente di continuare a valutare ipotesi di acquisizioni di aziende». Il marchio Beretta è ormai conosciuto in tutto il mondo. E le recenti Olimpiadi di Rio non hanno fatto altro che confermare l’affidabilità delle armi sportive made in Brescia: gli atleti del team Beretta hanno infatti portato a casa dieci medaglie.

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