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Pubblicato il 08/01/2020

RAZZI SU ERBIL E SU BAGDAD – NESSUN FERITO TRA I MILITARI ITALIANI

All’una e quarantadue di oggi, la stessa ora dell’uccisione di Soleimani , sono partiti diversi razzi lanciati sulla base americana di Bagdad e sulla base di Erbil, dove , insieme agli americani, c’è anche il grosso del contingente italiano in Iraq.
LA VERSIONE DELL’ESERCITO IRACHENO
L’esercito iracheno ha rilasciato una dichiarazione che parla di un totale di 22 missili che hanno preso di mira le basi della coalizione, di cui 17 hanno colpito la base aerea di Al-Asad nella provincia di Anbar e tra questi, due non sono esplosi.
Cinque missili hanno colpito la base di Erbil, .

Il contingente di Erbil è composto di circa 350 soldati, 120 dei quali addestrano i peshmerga nell’ambito del Kurdistan Training Coordination Center alleato. Gli uomini di Erbil hanno in appoggio 4 elicotteri da trasporto, con un plotone di fanti aeromobili del 66° reggimento.A Kirkuk invece c’è la Task Force 44, incaricata di addestrare i militari iracheni del Servizio di contro-terrorismo e le Forze speciali curde. A Baghdad operano a loro volta alcuni comandi della Coalizione e 90 carabinieri della Police Task Force Iraq, che addestrano gli agenti della polizia federale irachena chiamati a lavorare nei territori liberati dal Dae
La TV iraniana, dandone notizia, ha riferito che l’operazione notturna porta il nome di “Soleimani Martire”, citando come autori le Guardie Rivoluzionarie.
I nostri militari a Erbil si sono rifugiati nei bunker di cui ogni base dispone per la protezione passiva del personale.
La base italiana è nel cuore di una serie di anelli concentrici di sicurezza, ed è dislocata in prossimità delle piazzola di decollo dei velivoli .
A Erbil sono schierati anche molti “Apache” americani.
Nel frattempo , alcune notizie provenienti dal Kuwait parlano dell’arrivo di truppe NATO in ritirata da Bagdad, trasportate da un C17 americano.



LA CONSISTENZA DELLE TRUPPE AMERICANE VERSO IL MEDIO ORIENTE
5.500 soldati erano in Iraq al momento dell’inizio degli scontri di BAGDAD.
circa 4.000 tra paracadutisti e logisti della 82nd Airborne Division stanno partendo per il Kuwait, dove si stabilirà una forza di intervento rapido pronta ad entrare in azione ovunque diventasse necessario nella regione. I militari hanno ricevuto l’ordine tassativo di non portare con se cellulari perché in passato l’uso di questi apparecchi aveva consentito al nemico di localizzare la posizione dei reparti.
Centocinquanta paracadutisti del 173rd Airborne Brigade Combat Team da Vicenza sono stati assegnati all’ambasciata Usa a Beirut, in Libano, già colpita da Hezbollah nel 1983 e nel 1984.
Cento Marines del Second Battalion Seventh Marine Regiment, dal nord della Siria sono in movimento per andare a rafforzare la sicurezza della sede diplomatica a Baghdad.
Sei bombardieri B52 sono stati inviati nella base Diego Garcia dell’Oceano Indiano, da cui possono decollare per colpire direttamente il territorio iraniano, senza la possibilità di essere minacciati nei loro hangar.
La 26th Marine Expeditionary Unit, con 2.200 soldati e mezzi come elicotteri e jet, sta navigando sulle navi del Bataan Amphibious Ready Group, destinato ad attraversare il Mediterraneo e arrivare in breve nel Mar Rosso, ma si trattava di uno spiegamento già pianificato da tempo.
La portaerei Truman è nelle acque del mediterraneo e verrà rimpiazzata dalla Eisenhower.

In Turchia sono di stanza 2.000 uomini presso la base di Incirlik, dove sono custodite bombe atomiche della Nato, che potrebbero essere trasferite in Italia, ad Aviano.

Nell’intera regione il contingente americano è attualmente di circa 55.000 soldati ed è in fase di rafforzamento, ma i numeri sono riservati. Potrebbero essere già 65000.


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