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Pubblicato il 07/03/2018

OPINIONI- RAZZISTI CI SARETE VOI ALTRO CHE GLI ITALIANI!

di Corrado Corradi

Dopo l’ennesimo dibattito televisivo in cui per l’ennesima volta un cialtrone intellettuale, nel suo sproloquio, ha fatto carta straccia del nostro «primato morale e civile» sostenendo che gli italiani, influenzati dal populismo, sono diventati razzisti e xenofobi …
Ripeto quel che vado dicendo fin dalla prima ondata migratoria clandestina che é atterrata sulle nostre coste: é ora di piantarla con le accuse di razzismo e xenofobia rivolte a noi stessi da altri italiani ribaldi, seguaci di strampalate teorie modaiole sull’accoglienza a tutti i costi (ovviamente, Capalbio docet, non nelle loro magioni ma nelle case di altri italiani, quelli razzisti).

Gli italiani, per matrice storica e spirituale, avendo ereditato l’universalità sociale dell’Impero Romano e religiosa del cattolicesimo, non sono né razzisti, né xenofobi.
Non lo sono mai stati… Feltri aveva ragione quando in un dibattito televisivo ha sostenuto che anche sotto il fascismo, l’italiano non era razzista e la canzone «faccetta nera» lo testimonia … «faccetta che sei schiava tra gli schiavi, il tricolore sventola per te», e pure «faccetta nera, sarai romana, la tua bandiera sarà quella italiana», e anche «faccetta nera sarai romana e marceremo insieme a te».

E non é possibile (a meno di conclamata malafede) che le boldrini e i loro epigoni confondano l’esasperazione di un popolo con il razzismo e non si rendano conto che adesso gli italiani sono solo esasperati da una realtà antropologica, civica e sociale che metterebbe a mal partito anche San Francesco.

Chi sostiene il contrario, ossia che siamo quasi di colpo diventati razzisti sotto la spinta del populismo é solo un cialtrone intellettuale che guarda alla realtà quotidiana con gli occhi foderati dal prosciutto ideologico e si rifiuta di vedere che le vere vittime del razzismo siamo noi.
Noi siamo le vittime di un razzismo che alberga nell’animo di ogni clandestino che atterra da noi.
Noi siamo le vittime di quel razzismo, sordo, portato avanti sottotraccia dalla più sciatta disonestà intellettuale dei nostrani «maitres à penser» e dalla tracotanza dei clandestini (e chiamiamoli per quel che sono!).
Quel razzismo nei nostri confronti che ci nascondono rivoltandoci contro l’accusa si chiama «revanscismo» e consiste nel tracotante, disonesto risentimento verso quello che loro ritengono essere stato il cattivo antico schiavista e il più recente cattivo colonialista, ossia fenomeni sociali trapassati, già riconosciuti nella loro intrinseca negatività, storicamente condannati e per i quali abbiamo pagato e continuiamo a pagare il fio con aiuti e sostegni di ogni sorta nei confronti di popolazioni che sono state schiavizzate oltre 200 anni fà e colonizzate circa trequarti di secolo fà. Presso i clandestini musulmani questo risentimento si spinge addirittura fino al periodo delle crociate (quasi 1000 anni fà).
A fronte di cio’ mi viene spontaneo dire: ma, se il mio tris-trisavolo, rispondendo a un’etica consolidata ai suoi tempi, si é dato alla tratta degli schiavi, io, che schiavista non sono e che credo nella pari dignità di ogni uomo, che cavolo centro?

Si sappia che nelle loro chiacchierate da bar, nelle moschee o nei capannelli di protesta i clandestini, spesso ispirati anche da nostrani «consiglieri fraudolenti» esprimono sempre la certezza che spetta loro di diritto essere accolti «senza se e senza ma» come risarcimento per i passati delitti che noi avremmo commesso nei loro confronti.
Si sappia che i clandestini non chiedono ospitalità ma intimamente pretendono un risarcimento per dei crimini (se di crimini trattasi) che sono storicamente estinti!

Questo é il razzismo di cui siamo vittime e che é forse più pericoloso di quello portato avanti, nei secoli passati, da ideologie anticattoliche come l’illuminista prima e la positivista poi. Ed é più pericoloso perché sottende la chiara volontà di cambiare dal didentro l’antropologia e la spiritualità della nostra civiltà.

Attenzione, l’ho già scritto e non mi stanchero’ mai di ripeterlo: il nostro continuo auto-«j’accuse» per le crociate, la tratta degli schiavi, il colonialismo, etc, che perpetuiamo in maniera massiccia ormai da due generazioni, e adesso l’auto-accusa invereconda di essere razzisti, non fa altro che sfrucugliare le loro pretese e incitarli a menar le mani.

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