CRONACA AGGIORNATA OGNI ORA

Condividi:

Pubblicato il 21/11/2017

SCANDALO CONTRO I CARABINIERI DI AULLA: MILITARE IN CELLA E L’ ACCUSATORE (DELINQUENTE ABITUALE) , SEMPRE FUORI

Pochi giorni orsono 34 Carabinieri di Aulla e in servizio nelle caserme dei dintorni sono stati iscritti nel registro degli indagati. Alcuni arrestati e uno ancora in cella.
Nel frattempo si assiste continui arresti in flagrante dei principali accusatori dei militari dell’Arma, subito regolarmente scarcerati.
E’ di sabato pomeriggio 18 Novembre l’ennesimo episodio di E. A. K., ventiseienne marocchino, con una lunga serie di precedenti per spaccio e furti di ogni genere, arrestato perché, dopo aver rubato il cellulare ad una signora stava cercando di estorcerle denaro in cambio della restituzione del telefono.

Il marocchino è indicato come parte offesa nell’avviso di conclusione indagini.

Nel corposo documento che attesta una delle indagini più grandi avvenute all’interno dell’Arma dei Carabinieri, c’è la descrizione dei reati che il pluripregiudicato maghrebino ha attribuito ai carabinieri nella sua denuncia, mentre manca una valutazione di credibilità dell’accusatore.

Il giudice che infierisce sui carabinieri quasi non cita la circostanza che il pluripregiudicato sia stato arrestato o fermato varie volte durante controlli di routine. L’ultimo caso dimostra che era in possesso di un ovulo di cocaina di cui ha cercato di disfarsi mentre scappava.

Viene però descritto accuratamente il comportamento dei carabinieri : “Fiorentino – insieme a tre colleghi –con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, colpendo reiteratamente e per un lungo periodo temporale (circa venti minuti) E. A. K., con pugni calci, scariche elettriche prodotte da due storditori elettrici (c.d. taser) e gridando rabbiosamente al suo indirizzo di indicare il luogo ove si fosse disfatto di quella che ipotizzavano essere sostanza stupefacente, mentre costui si trovava sdraiato a terra e con le mani ammanettate dietro la schiena, così infliggendogli prolungate sofferenze, gli cagionavano lesioni personali giudicate guaribili in giorni: tre”. Tre giorni: poco più della puntura di un insetto.

Descrizione dei fatti accusatori verso i carabinieri
Il magrebino tenta di scappare e viene raggiunto e portato in caserma dove quattro – attenzione quattro – carabinieri lo pestano con incredibile violenza per un tempo decisamente molto lungo. Anche facendo finta di non sapere che Fiorentino è cintura nera di diverse arti marziali e che uno degli altri tre carabinieri, oltre che esperto delle stesse arti marziali è anche istruttore degli incursori della Marina, è difficile immaginare che un uomo inerme e ammanettato venga preso a calci pugni e botte di vario genere da quattro persone e possa avere avuto un referto di lesioni giudicato dai medici guaribili in soli tre giorni.

Tre giorni, notoriamente, sono il minimo che viene prescritto nei casi di più assoluta banalità, quando cioè, di fatto, il soggetto non ha nulla, ma si è recato comunque al Pronto Soccorso. Un semplice livido, per esempio, non guarisce in tre giorni e se ti danno pugni e calci per venti minuti è impossibile non riportare neanche un livido. Se poi per quello stesso tempo ti pestano due tra i carabinieri più addestrati al combattimento è assai probabile che non resti neppure pelle sufficiente per poter evidenziare i lividi.

La parte offesa, però, ha potuto continuare a ripetere i suoi traffici illeciti mentre il Carabiniere Fiorentino da giugno non ha più messo piede fuori dalla galera.

Leggi anche