Pubblicato il 08/09/2017
SE SEI FISICAMENTE SANO – SE AMI LO SPORT ALLORA PUOI DIVENTARE PARACADUTISTA E RIMANERLO ANCHE DA CONGEDATO
AW
Questo recitava un depliant che veniva distribuito alla visita medica di tre giorni , al distretto di Piacenza , nel 1978.
Fisicamente sano e amo lo sport. Mi sono riconosciuto.
In più sapevo della epopea della Folgore grazie a mio Zio, che andò al Nembo in Sardegna solo per motivi anagrafici. Il periodo che trascorsi al 185mo fu assai bello. Poteva essere bellissimo, ma il 185mo si distingueva per una certa superiorità culturale ( tutti diplomati quindi tutti un poco “indipendenti”) ed un certo allentamento formale. Lo dimenticavo quando andavamo fuori per addestramenti di Fanteria paracadutista, a contatto con altri Reggimenti. Non ci mancava lo spirito di iniziativa e lì la “indipendenza” era apprezzata.
Poi il Congedo, il Lavoro, il matrimonio, i viaggi, le preoccupazioni, le grane. Tutto superato grazie a Dio e grazie allo spirito che mi avevano trasmesso i miei istruttori e poi i superiori.
La vita fu la vera battaglia. La schiena tende a piegarsi sotto i colpi del destino.
La mente rischia di infiacchirsi, di diventare pigra insieme al corpo.
Ma ogni volta lo sport, la quadratura mentale, il senso di orgoglio affinato anche dal servizio nella Folgore ( non mollare!), mi hanno fatto arrivare ai giorni nostri senza troppi danni. Faccio fatica, ma la colpa è del calendario. Corro in montagna, ancora mi lancio, ancora sudo e ancora ci credo. Fino a poche settimane orsono credevo pure nell’amicizia e credevo nel fatto che avere a che fare con un paracadutista vuol dire andare sul sicuro in quanto a sincerità e lealtà intellettuale. Non era così, ma questo è un altro discorso. Dagli amici mi guardi Iddio che dai nemici mi guardo io. Ritorniamo a noi.
Cosa deve fare un paracadutista in congedo, dopo che è stato ammesso al reparto più prestigioso dell’Esercito Italiano per quei due bellissimi motivi cui ha aggiunto pure la motivazione personale?
Facile: continuare a mantenersi sano, con l’aiuto della Provvidenza, e continuare a praticare sport ed attività etiche, finalizzate al rispetto del passato, della Storia della Folgore e di una certa Italia ( la migliore). Paradossalmente la migliore propaganda per lo spirito della Folgore ce l’hanno insegnata i nostri Reduci, quando, rientrati in Patria dopo la Battaglia e la prigionia, anche da anziani erano e sono ancora “duri” sia nei pensieri, che in volto, che nel corpo.
Il paracadutista è un Atleta con lo zaino , anche in congedo. Guardate le foto dei Leoni della Folgore a Tarquinia e nel deserto di El Alamein. Noi dovremmo riuscire almeno a pulire le scarpe a quegli Uomini.
Quando la gente vede una persona col basco amaranto in testa, magari attempato, segnato dal tempo ma “in ordine” fisicamente , schiena dritta, vestito con dignità, non folkloristico, la frase più comune che sento dire è: “lo vedi? quello è uno della Folgore!”
-Folgore, per la gente, è sinonimo di buona presenza fisica, orgoglio, ordine personale, determinazione, occhi pungenti, basso profilo ( ci pensano gli altri a notarlo con approvazione), compostezza , uniformità.
E’ così dappertutto? E’ così per tutti? E quei bermuda al Sacrario? Quelle gare di porchetta e pappardelle fotografate in primo piano per riprendere meglio la bocca aperta? Quei trenta chilo sovrappeso? E quelle foto stravaccate, panciute, gonfie? Anche quello fa parte del nostro mondo? I primi piani mentre , unti e col basco, si addentano pezzi di carne grondanti?
E quei capelli trascurati cui si appoggia un basco che si aspettava ben altro profilo?
Lo sfaldamento etico, giuridico, fisico, mentale di questa itaglia con la ggì sta contaminando anche noi?