ADDESTRAMENTO

Condividi:

Pubblicato il 27/02/2007

SEARCH AND RESCUE: ADDESTRAMENTO NECESSARIO AI REPARTI SPECIALI


Helicopter Mountaineering Safety Rescue Training

Durante la mia partecipazione alla Border Monitoring Operation in Georgia ho seguito un corso interessante ed utile alla mia formazione di Ufficiale della riserva: l’Helicopter Mountaineering Safety RescueTraining, organizzato dall’OSCE e diretto dal collega croato Drazen Pezer ( Training Officer e Alpine Advisor presso la BMO).

Al corso dovevano partecipare tutti i Border Monitors impegnati nella operazione sulle montagne del Caucaso. Il corso era infatti diretto a fornire ai partecipanti le conoscenze necessarie alle operazioni di Search And Rescue(SAR) condotte via elicottero in ambiente di montagna.

Il corso, durato due giorni, si è svolto all’airfield di Tbilisi e presso le basi OSCE dislocate lungo i confini con Dagestan e Cecenia. L’addestramento era diviso in due parti, una teorica-propedeutica ed una pratica. Nella parte teorica sono stati spiegati il mezzo di volo, il MI 8, ( da 22 posti più 3 membri di equipaggio), il numerico ed i ruoli dei soccorritori, le attrezzature necessarie al soccorso, le modalità e le procedure di soccorso.

Dopo la spiegazione teorica si è passati all’azione. Tutti i partecipanti, equipaggiati con elmetto, imbracatura alpina, corde, moschettoni e discensori sono stati imbarcati su un MI 8 georgiano dotato esternamente(vedi foto) di gancio e verricello per il recupero di persone. Quindi individualmente ciascuno di noi partecipanti ha familiarizzato con imbarchi e discese in corda ( ripetute almeno 5 volte) e risalite verso l’elicottero che si librava in aria.

I migliori nella discesa venivano nominati capi squadra del team composto da 3 soccorritori. Il soccorso allora diventava attività di un team. Io ho guidato il team composto da me, un impacciato bulgaro ed un giovane kirghiso (vedi foto). Alle attrezzature individuali si aggiungevano quindi una radio ricetrasmittente per il capo nucleo (in contatto con l’equipaggio dell’elicottero) ed una stretcher (barella, vedi foto) smontabile in due parti e trasportabile a spalla da due soccorritori. Caricata la stretcher sulle spalle avveniva la prova della squadra.

L’elicottero si alzava in volo ed in hovering (vedi foto) lasciava che il capo nucleo per primo scendesse veloce verso il luogo dov’era la persona da soccorrere poi lo seguivano gli altri due. Tutti insieme approntavano la barella UT 2000 su cui veniva accomodata ed assicurata la persona da recuperare. Infine, con una serie funicelle a nastro(dotazione dell’UT 2000) e di moschettoni (trasportati dai soccorritori), la barella, con dentro la persona soccorsa, veniva connessa al gancio del cavo d’acciaio calato tramite verricello dall’elicottero

GUARDA LE FOTO

Il caponucleo e la barella con dentro il “soccorrendo” venivano issati per primi sull’elicottero ( per ultimi gli altri due membri del team). Il soccorso con elicottero è risultato essere un lavoro impegnativo ma non difficoltoso per i partecipanti che avevano già pratica di alpinismo ed elicotteri, a tutti ci è stato rilasciato al termine un certificato di tutto rispetto. Tempo dopo per completare il programma di soccorso alpino abbiamo simulato ancora il recupero di un ferito in montagna ma stavolta senza usare l’elicottero. Le energie stavolta si sono concentrate sul trasporto del “soccorrendo”, caricato sullo stesso tipo di stretcher UT 2000, stavolta dotata di ruota.

Ne è venuto fuori un salvataggio molto realistico, impegnativo e motivante per tutti, trainers e trainees. Le foto descrivono bene il territorio ed il “terreno” delle operazioni e l’impegno fisico dei partecipanti. Non so se la nostra Brigata “Folgore” prevede programmi ed addestramenti del genere, perché sarebbe utile dare ai nostri Parà o ai nostri Rangers una conoscenza in più sulle operazioni SAR in montagna.

Ten. f. par. (Ris) Giulio SAVINA

Leggi anche