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Pubblicato il 19/06/2015

SVIZZERA: CAMBIAMENTI NELLE FORZE ARMATE

BERNA- Colpo di scena ieri al Consiglio nazionale: dopo oltre 6 ore di dibattito, il plenum ha bocciato per 86 voti a 79 e 21 astenuti la riforma dell’esercito. Sinistra e UDC, che non sono riuscite ad imporre alcuni correttivi al progetto del Consiglio federale, hanno affossato la riforma.
In particolare, l’UDC avrebbe voluto un esercito con 140 mila effettivi, invece di 100 mila, e un budget annuale di 5,4 miliardi di franchi. La sinistra avrebbe invece voluto introdurre nella riforma l’istituzione di una carta dei valori e di un organo di mediazione.

La Società svizzera degli ufficiali (SSU) si dice preoccupata e inquieta nel constatare che il Consiglio nazionale strumentalizza l’esercito a fini strettamente politici; reagendo alla bocciatura della riforma parla di “ostruzionismo contro natura”, che indebolisce sensibilmente la sicurezza nazionale. Per la SSU la decisione odierna del Nazionale rimette in questione la capacità dell’esercito di milizia di stare al passo coi tempi, colmare le lacune e adattarsi alle minacce e ai rischi attuali e futuri.

Contrariamente al popolo svizzero, che negli ultimi anni si è espresso chiaramente per un esercito forte – rileva la SSU – la decisione del Nazionale evidenzia un’assenza di visione e di strategia in fatto di sicurezza. “Il parlamento si assuma le proprie responsabilità per garantire la sicurezza della popolazione”.

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