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Pubblicato il 13/07/2018

TAILANDIA.- COMUNICAZONI IN GROTTA GRAZIE A NUOVE RADIO ULTRATECNOLOGICHE ISRAELIANE

CORRIERE DELLA SERA 12 LUGLIO 20918
Svolta nei soccorsi ai ragazzini thailandesi con i walkie talkie inventati in Israele

«Grazie per quello che avete fatto. Saluti dal Brasile». «Siete i miei eroi». «Siete stati fantastici». Gli apprezzamenti rimbalzano via social da mezzo mondo al civico 2 di via HaPrat a Yavne, tra Tel Aviv e Ashdod, Israele.
È da questo indirizzo che, il 25 giugno scorso, la compagnia Maxtech Networks ha spedito in Thailandia i diciannove particolari walkie talkie dal valore di circa centomila euro che hanno permesso ai soccorritori di comunicare tra loro e di coordinare le operazioni di salvataggio dei dodici ragazzini e del loro allenatore.
Non apparecchi qualunque. «Sono dotati di una tecnologia, chiamata “Mesh”, che si basa su un algoritmo che ha richiesto dieci anni di lavoro e un team di 20 esperti per consentire le comunicazioni di emergenza in qualsiasi circostanza», ha spiegato nelle varie interviste Uzi Hanuni, 51 anni, amministratore delegato della società. L’idea di un sistema di questo tipo gli sarebbe venuta dopo aver saputo che l’11 Settembre 2001 nei primi minuti molti pompieri sono morti proprio a causa della mancanza di comunicazione.
Il funzionamento è più semplice della tecnologia contenuta. «I walkie talkie funzionano in un duplice modo: da un lato ricevono e trasmettono voce e dati, dall’altro agiscono come ponti tra gli apparecchi», racconta Hanuni. Alla fine si realizza una trasmissione tra il primo e l’ultimo dispositivo «anche se ogni tanto con qualche secondo di ritardo, ma è normale».
Quando le forze speciali thailandesi sono arrivate nella grotta si sono accorte che non potevano dialogare: la conformazione della cavità non consentiva il passaggio del segnale radio. «È a quel punto che hanno contattato Moshe Ashkenazi, un nostro rappresentante nel Paese – ricorda Hanuni al sito specializzato Israel21c —: quel tipo di ostacolo poteva essere superato dalla tecnologia di Maxtech, peraltro già utilizzata non soltanto nello Stato ebraico, ma anche in Italia e India».
In poche ore Maxtech manda uno dei suoi ingegneri, Yuval Zalmanov, e i walkie talkie le cui batterie durano al massimo una decina di ore. Zalmanov ha pure il compito di insegnare ai soccorritori come utilizzarli. La missione, disperata, è finita nel migliore dei modi per i baby calciatori intrappolati con il loro tecnico. E lui, Hanuni, ora si gode i risultati. «Siamo inondati di richieste da tutto il mondo: negli ultimi giorni il nostro sito web è collassato per le troppe visite», continua l’amministratore delegato.
Il prossimo obiettivo? «Mettere in piedi un team di pronto intervento, equipaggiato con questa tecnologia, che sia in grado di muoversi nel mondo non appena ce ne sarà bisogno».

LEONARD BERBERI

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