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Pubblicato il 01/02/2014

TRE EX CAPI DI STATO MAGGIORE DELLA DIFESA VOGLIONO IL SUPERBONUS ANCHE IN PERIODO DI VACCHE MAGRE PER I MILITARI


PARMA-Con stipendi bloccati ai Militari da cinque anni, arriva davanti alla giustizia civile la causa intentata da tre generali di corpo d’armata, che non vogliono rinunciare ad un superbonus previsto per il loro incarico SMD. Sono Mario Arpino, generale dell’aeronautica, durante la guerra del Golfo capo del coordinamento aereo in Arabia Saudita, in passato capo di Stato maggiore anche della Difesa ( voleva sciogliere la Folgore,ndr) e attualmente nel direttivo dell’Istituto affari internazionali, il generale Andrea Fornasiero, successore di Arpino come capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica e comandante delle operazioni militari in Bosnia, e l’ammiraglio Umberto Guarnieri, tra il 1998 e il 2001 al vertice della Marina e di recente incappato nell’accusa di omicidio colposo per i tanti marinai morti tra il 1984 e il 2001, secondo gli inquirenti a causa dell’amianto presente sulle navi militari, una vicenda per la quale il processo inizierà il prossimo 25 marzo.

OGGETTO DEL CONTENDERE
tre graduati hanno impugnato il decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 12 marzo 2001, con cui è stata loro attribuita l’indennità per la carica di capo di Stato Maggiore rivestita. Il decreto, varato dall’allora premier Giuliano Amato, ha fissato la speciale indennità al 60% dello stipendio previsto per i dirigenti generali dello Stato. Ai due generali e all’ammiraglio non è andato bene, visto che poco prima era stata fissata una somma superiore per il capo della Polizia e hanno fatto ricorso, chiedendo al Tar del Lazio di annullare quel provvedimento. Ma niente da fare. I giudici amministrativi hanno ora avallato l’operato del Governo, sostenendo che le speciali indennità vanno “ad incidere significativamente sugli emolumenti di coloro che ricoprono posizioni apicali nello Stato, con importanti conseguenze sul bilancio dello Stato e dunque sul rispetto degli impegni intrapresi a livello comunitario” e che per tale ragione, “anche in linea con le più recenti tendenze legislative in cui ci si pone quale obiettivo centrale quello di contenere il più possibile trattamenti economici di questo tipo”, non possono essere estese ad altri, “compresa la figura di capo di Stato Maggiore”.

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