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Pubblicato il 27/12/2019

TUTTE LE MISSIONI ESTERE DELLE FORZE ARMATE ITALIANE SARANNO RIFINANZIATE

L’Italia è primo contributore di forze tra tutti i Paesi Ue . Dai politici giudicata una presenza indispensabile all’estero per controllare sia il terrorismo fondamentalista che i flussi migratori

I costi delle operazioni militari all’estero, criticate in passato dai 5 Stelle, non hanno impedito la stesura del decreto missioni che verrà approvato in gennai. Il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, in visita ai contingenti, ne è sicuro.

Iraq
Dal 2014 l’Italia è presente con la missione internazionale “Inherent Resolve”. Contribuisce ai comandi in Kuwait e Iraq e si occupa di formazione perr le forze di sicurezza irachene nel Kurdistan. 60mila tra militari curdi e iracheni sono stati qualificati dalla task forze per l Polizia. 11,8 milioni di euro sono stanziati per il fondo per la stabilizzazione immediata dell’Iraq e svolge un’azione a favore degli sfollati interni e a tutela delle minoranze religiose anche attraverso interventi della cooperazione allo sviluppo per circa 300 milioni di euro. 300 milioni di euro in 14 anni.

Afghanistan

Tra Herat e Kabul sono presenti nel Paese 800 uomini (contro i 3mila del 2014). 120 milioni di euro l’anno. Il comandante pro tempore della Taac di Herat è il generale Enrico Barduani, responsabile delle operazione di supporto alle forze armate afghane nelle province di Herat Bagghis, Ghior e Farah.

Libano
1.100 italiani su un totale di 10.500 uomini di 42 paesi.
Il comandante è il generale Stefano Del Col. L’Italia è il secondo Paese contributore della missione dopo l’Indonesia, e il primo tra i Paesi occidentali. Unifil deve monitorare la cessazione delle ostilità tra Libano e Israele, e sostenere il dispiegamento delle Forze armate libanesi (LAF) nel Sud del Paese, fornendo loro assistenza nella stabilizzazione delle aree di confine, per garantire il rispetto della Blue Line (il confine israelo-libanese, non ufficialmente demarcato, che corrisponde alla linea del cessate-il-fuoco provvisorio tra Israele e Libano dal 2000) e il mantenimento di un’area cuscinetto libera da personale armato, assetti e armamenti che non siano quelli del Governo libanese e di Unifil.

Kosovo

570 uomini a Pristina sotto la guida del generale Michele Risi. Kfor ha il compito di garantire l’attuazione dellk’accordo tecnico militare con la Serbia; ristabilire le condizioni ambientali per il ritorno dei profughi e dei rifugiati; garantire le condizioni che permettano di trasferire alla Missione civile internazionale e alle istituzioni kosovare la responsabilità per la tutela dell’ordine e della sicurezza. Tra i suoi compiti vi è anche quello di protezione dei siti religiosi e culturali serbo-ortodossi quali il Patriarcato di Pec e il Monastero di Visoki Decani.

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