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Pubblicato il 09/10/2019

UFFICIALE ALPINO DI ORIGINE MAGREBINE DENUNCIA UN SERGENTE PER RAZZISMO

il maggiore degli alpini Karim Akalay Bensellam, trentaseienne di origini marocchine comparirà davanti al Tribunale militare di Verona come parte offesa per un processo per razzismo nei suoi confronti. Imputato è un sergente che avrebbe diffamato il suo maggiore «alla presenza di numerosi militari». Le frasi: «Sto marocchino di m…», «Non è degno di stare nell’esercito italiano», «ha rubato un posto in Accademia a un italiano», «pezzo di m… sto meschino» ed altrte dello stesso tenore , per circa tre anni.

Bensellam era finito sotto processo con l’accusa di aver aggredito il sergente, prosciolto per «particolare tenuità del fatto». «Io ho sempre cercato di non coinvolgere il reparto in una vicenda che avrebbe infangato l’onore del Reggimento e del comando — scrive nella denuncia presentata alla Procura militare di Verona –. Ma tutte queste remore sono venute meno quando ho appreso del comportamento razzista e oltraggioso». Fra le testimonianze, quella di un’alpina, Elena Andreola: «Durante l’alzabandiera era consuetudine sentire il sergente dire “sto marocchino di m…”». La sua ex collega, Sara Barcaro, ha ricordato che succedeva «quasi ogni giorno, il sergente non si curava del fatto che molti ascoltavano». Mentre un altra penna nera, Pasquale Genito, ha precisato «che usava un tono di voce tale da non essere sentito dal capitano che passava ignaro». Da parte sua, il sergente nega tutto. «Il mio cliente si dichiara estraneo ai fatti, oggi parleranno i nostri testimoni», avverte il suo avvocato, Antonio Vele.
Bensellam è l’unico ufficiale delle truppe alpine di origini maghrebine. Il fratello di Karim, Nizar, è maresciallo dei carabinieri al comando di una stazione in provincia di Arezzo. Dopo Nunziatella e Accademia, è è stato destinato a Belluno. Tenente a due stelle, poi capitano al comando di 120 uomini, oggi maggiore ad Aosta. Problemi?
Varie missioni all’estero, soprattutto in Afghanistan dove veniva utilizzato come uomo di contatto con la popolazione locale, conoscendo lui usi e costumi della cultura musulmana. E’ cattolico, c gli piace la carbonara e non disdegna un bicchiere di vino,

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