LO CHIAMAVANO NINO


(06-09-2000)
Un commosso ricordo del Ten PAR N.STARACE.
Potrete visionare le foto nella sala EROI  del Museo fotografico.

Tutti lo chiamavano Nino. La sua allegria, la sua disponibilità, il suo inossidabile ottimismo, il suo eterno sorriso, insomma, tutto ciò che fa sì che un uomo appaia un ragazzo, giustificavano la confidenza che anche i suoi subalterni, fuori servizio, si permettevano. Il tutto era racchiuso in una struttura d'atleta perfetta salvo un piccolo particolare: il braccio sinistro gli era stato completamente stroncato dall'elica di un Caproni. Due mesi dopo il fattaccio, avvenuto prima delle prove di volo, chiese ed ottenne di tornare al suo reparto di paracadutisti. Si fece tutto il corso, che a quei tempi durava due mesi ed era piuttosto duro, e fece i tre lanci regolamentari per il brevetto. Se non fosse stato pronto, il comandante la scuola colonnello Baudoin, non gli avrebbe permesso di lanciarsi. Non era certo il tipo di lasciarsi intenerire da un semplice braccio in meno. Ritornò al suo plotone e partì per l'Africa. Per il suo valore gli fu conferita la medaglia d'oro. Nemmeno Frattini, il comandante la Divisione Folgore, distribuiva troppo facilmente medaglie, specie quelle d'oro. Se uno non se la meritava, poteva anche essere senza braccia, ma la medaglia neanche la vedeva. Si chiamava Giovanni Starace, sottotenente del VII battaglione. Dopo la guerra tornò in Puglia, a Castro Marina, vicino a S.Maria di Leuca, nella sua casa natale, situata su un promontorio quasi a picco sul mare , circondata da piante secolari. Qui volle manifestare concretamente il suo amore per la Folgore. Fece costruire una cappella, quasi una chiesetta, nei pressi della sua casa. Paolo Caccia Dominioni gli scolpì la figura di un paracadutista a guardia di un cannoncino anticarro 47/32, ricuperato sui campi di battaglia, puntato verso l'Africa. La regalò all'A.N.P.d'I. . Quasi tutti i vecchi folgorini la conoscono, perché meta di un loro pellegrinaggio. Ma poiché è risaputo che i vecchi folgorini hanno la brutta abitudine di essere troppo riservati, di non propagandare le proprie gesta né quelle dei commilitoni e di non far sapere agli altri i fatti loro, ha posto nel dimenticatoio la cappella di Starace. I giovani non ne sanno nulla e la cappella sta andando in rovina. 

L'A.N.P.d'I non ha soldi per metterla a posto ed ho sentito dire che ha intenzione di restituire il manufatto alla famiglia Starace. Nino ormai é da anni morto. Un sopralluogo effettuato ha preventivato una spesa di dieci milioni per risistemare il tutto. Possibile che per dieci stupidi milioni si debba rinunciare ad una testimonianza storica così importante per noi? 

Possibile che ci proclamiamo al mondo i migliori, gridiamo per ogni dove "Folgore", esaltiamo i nostri morti in ogni occasione e poi ci permettiamo di buttare via una così concreta immagine del nostro passato?. Sono profondamente disilluso e arrabbiato. 

Emilio Camozzi 


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