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Pubblicato il 01/11/2021

1 NOVEMBRE 1942- LA FOLGORE ANCORA VITTORIOSA SUL FRONTE MERIDIONALE

cortesia: SIGGMI e THE EL ALAMEIN PROJECT CONNETTETEVI PER ISCRIVERVI ALLA UNICA ASSOCIAIZONE CHE SALVAGUARDA LA STORIA , IL FRONTE E IL SACRARIO DI EL ALAMEN SIGGMI – The El Alamein Project


EL ALAMEIN: COME RIUSCÌ LA FOLGORE A VINCERE LA BATTAGLIA MERIDIONALE

A El Alamein la Folgore conseguì risultati insperati contro forze soverchianti, oltre che per l’estrema determinazione dei suoi uomini, anche per l’innovativa tattica del “contrassalto preventivo”, qui sperimentato per la prima volta.
In estrema sintesi, si trattava di articolare il combattimento nel seguente modo:
• attendere gli attaccanti direttamente nelle postazioni di combattimento, in modo da poter reagire immediatamente al cessare del bombardamento di artiglieria che precedeva l’attacco;
• iniziare il fuoco solo quando gli avversari fossero arrivati a distanza critica (20 – 30 m); o, meglio, lasciarsi sopravanzare, permettendo al nemico si infiltrarsi tra i centri di fuoco per poi colpirlo di fianco o alle spalle;
• lanciarsi contro gli avversari contrassaltandoli con le bombe a mano ed evitando, per quanto possibile, il contatto diretto;
• ritornare in postazione non appena scompaginati gli avversari, disorientati e scossi dalla violenta, imprevista reazione.
Un tale modo di procedere minava il morale e la capacità di reazione del nemico rendendolo più vulnerabile e meno combattivo; si limitavano inoltre gli scontri corpo a corpo che, a causa della disparità numerica, non avrebbero agevolato gli italiani.
Nel contrasto ai mezzi corazzati i paracadutisti adottarono la tattica seguente:
• preventiva separazione della truppa dai mezzi corazzati (lotta a distanza e contrassalti);
• attacco diretto ai corazzati (benché inefficace) con bombe a mano e bottiglie incendiare.
• tiro dei cannoni controcarro da 47 mm integrato dallo sbarramento delle artiglierie sui mezzi incolonnati davanti e, soprattutto, dentro i varchi dei campi minati;
In questo modo i paracadutisti conseguirono il rallentamento nell’apertura dei varchi, con lunghi stazionamenti dei mezzi in prossimità o dentro i campi minati a vantaggio dell’azione delle artiglierie. I difensori avevano inoltre la disponibilità di attaccare i carri in angolo morto.
Per i carristi britannici il primo motivo di sconcerto fu il vedersi contrassaltati, con l’uso di bottiglie incendiarie e delle bombe a mano. Queste armi raramente potevano distruggevano un carro, ma avevano un effetto negativo sull’azione di combattimento degli equipaggi, che non aspettandosi simili reazioni, perdevano in lucidità, sparando in modo impreciso e dando origine a evoluzioni disordinate per cercare di evitare il contatto, fino a rifiutare il combattimento allontanandosi.
(da La Folgore nella Battaglia di El Alamein di Renato Migliavacca)

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