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Pubblicato il 04/04/2018

2018: IL PROGETTO EL ALAMEIN RIPRISTINA LA SALA DEI CIMELI DEL SACRARIO ITALIANO IN EGITTO

Nel 2018 il Progetto El Alamein ha programmato il ripristino delle Sale dedicate ai cimeli che si trovano all’interno del Sacrario Italiano di El Alamein, in Egitto.

“Quelli del Progetto”, di cui il nostro giornale fa attivamente parte, ci hanno abituati alle “missioni impossibili”, come appariva l’ultima appena citata. Ho scritto “appariva”, perchè adesso è realtà, dopo una serie assai lunga di scambio di bozze e di incontri a Roma per giungere ai nullaosta ministeriali e sottoscrivere la Convenzione tra Stato Maggiore Difesa ( Onorcaduti), Università di Padova e Progetto El Alamein. Senza contare i contatti con l’addettop culturale dell’Ambasciata Italiana.

Ora siamo finalmente alla vigilia della prima missione, dopo i sopralluoghi del 2017 effettuati da Aldino Bondesan, Walter Amatobenem, Nicola Petrella e Toni Vendrame per elaborare il piano sceintifico ed operative.
La ristrutturazione è stata oggetto in una tesi di di quattro studentesse che si laureeranno in “Progettazione e gestione del turismo museale”. Relatore il Professor Bondesan.
Anche in questo caso il Progetto El Alamein sarà autofinanziato. Seguiranno informazioni dettagliate per chi vorrà partecipare.


PROGETTO EL ALAMEIN- UNA LUNGA STORIA DI “MISSIONI COMPIUTE”
Come sapete, il Progetto El Alamein ha concluso in Egitto ed in Italia operazioni “storiche”, mai compiute prima:

-il censimento, la georeferenziazione ed il trasferimento su mappe accurate fino alla posizione di plotone, di 1576 postazioni importanti del Fronte della Battaglia, grazie all’incrocio di testi, date, testimonianze e rapporti attinti presso gli stati maggiori italiano e del Commonwealth.

– 285 volontari hanno condotto 20 Missioni (autotassate) sul Fronte ;

-sono state ripristinate 458 tra buche, comandi e trincee

-sono stati posati a mano 82 cippi ( 300 kg cadauno) nel “Parco Storico della Battaglia”,lungo i 90 chilometri di Fronte

è stato posato il cippo numero 1 sulla pista Bresciani al Sacrario, inaugurato dal Presidente della Camera.

– sono state corse 5 Staffette nel Deserto, nel mese di ottobre di ciascun anno.La cerimonia di accensione del tripode al Sacrario, con la Fiaccola accesa al Passo del Cammello e portata di corsa per 12 ore in 111 chilometri, è diventata parte integrante delle celebrazioni solenni che ricordano la Battaglia, suscitando ammirazione tra le rappresentanze diplomatiche estere invitate dall’Ambasciata Italiana

-nel 2017 è nato anche il Progetto Tricolore, che riporterà in Italia i Tricolore italiani ammainati al Sacrario per donarli a persone, enti o associazioni che aiutano il Progetto.

Per finire c’è il successo editoriale del volume “La Battaglia di El Alamein -Rivisitazione del Fronte tra leggenda e realtà” a cura di Aldino Bondesan e Toni Vendrame i cui incassi hanno finanziato tutet le altre operazioni.



Sono operazioni tutte coordinate e supervisionate dal responsabile scientifico, il professor Aldino Bondesan della Università di Padova , nella sua duplice veste di ricercatore universitario titolare di Cattedra e presidente del SIGGMI , la Società di Geografia e Geologia Militare che rappresenta “la macchina” operativa il cui carburante sono le risorse umane ed economiche del Progetto stesso. La squadra di lavoro è composta anche da altri due Geologi , cofondatori del SIGGMI: Lamberto Fabbrucci e Nicola Petrella.
Del gruppo fanno parte i Paracadutisti a tutti i livelli: la Presidenza Nazionale ANPD’I che ha sottoscritto il protocollo, decine di sezioni periferiche che si sono distinte per avere partecipato con propri iscritti alle Missioni di lavoro e studio nel deserto e finanziato singole azioni. La “platea” del progetto conta quindi svariate centinaia di paracadutisti, ognuno dei quali ha contribuito al successo di tutte le iniziative, compreso il totale autofinanziamento.


Per darVi una idea dei quanto l’impresa sia stata impegnativa, potete considerare che per giungere al punto attuale, i singoli membri ed il Siggmi hanno speso in totale, tra viaggi autofinanziati, materiali, stampa dei volumi e spese vive per il Parco, oltre 300mila euro in 5 anni, dal 2010 al 2015. Negli ultimi due , 2016 e 2017 la attività sul campo si è ridotta a causa degli “smottamenti” politici tra Italia ed autorità di quel Paese e problemi legati al terrorismo nell’area desertica, mentre è continuata più intensa – se possibile- quella per concludere la architettura” istituzionale necessaria: prima fra tutte la Convenzione tra Stato Maggiore Difesa, Onorcaduti e Università di Padova.
Ora si riparte lavorando “dentro” il Sacrario.

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