Pubblicato il 28/10/2014
RASSEGNA STAMPA

Presentato il libro di Andrea Bergonzi. All’incontro il protagonista oggi 98enne Fiorani, l’ultimo piacentino di El Alamein
RASSEGNA STAMPA
LA LIBERTA’ di Piacenza del 28 Ottobre 2014
Due immagini di Alberto Fiorani nella Divisione Trieste; nella foto grande
è il primo a sinistra
Immani tragedie collettive, le guerre sconvolgono anche la vita di molti individui. Come dimostra il volume “Alberto Fiorani. L’ultimo piacentino di El Alamein” (edizioni L. i. R.) di Andrea Bergonzi che ricostruisce le drammatiche esperienze di Fiorani che, appunto, partecipò all’epocale battaglia. Il libro è stato presentato alla “Famiglia piasinteina” dall’autore ed era presente pure Fiorani, quasi centenario essendo nato nel 1916 a Castione di Pontedellolio. Moderatore era Danilo Anelli, presidente del sodalizio, che ha sottolineato come «l’associazione abbia un ruolo importante per diffondere la cultura, scoprire storie di uomini. E’ un libro particolare, ripercorre la storia di un vero personaggio. A volte si tende a descrivere, Bergonzi invece raccoglie le impressioni, narra, ci fa sentire come Fiorani ha vissuto quelle esperienze».
Il volume ripercorre la carriera militare di Fiorani sintetizzata, fra l’altro, nel “ruolo matricolare” riportato alla fine: chiamata alle armi nel 1937, leva nel maggio del 1938, nomina nell’ottobre 1938 a “tiratore scelto”. Poi “trombettiere” nel novembre 1938, infine caporale nel marzo 1939 sempre inquadrato nel 65° “Reggimento fanteria motorizzata”, brigata “Valtellina” della gloriosa divisione “Trieste”. La situazione in Europa stava precipitando perché anche l’Italia, alleata alla Germania, aveva deciso di partecipare alla Seconda Guerra mondiale. La “Trieste” venne dapprima (maggio 1940) inviata sul fronte francese contro un avversario già sconfitto dalla micidiale “blitzkrieg” tedesca. Dopo esercitazioni in Veneto e a Ferriere, la “Trieste” venne smembrata e una parte inviata in Africa per aggregarsi alle truppe italiane là presenti ma fino ad allora deludenti sul piano tattico. L’arrivo delle “Afrika korps” comandate da uno dei comandanti più coraggiosi del secondo conflitto, Erwin Rommel, illuse il Duce. Dopo travolgenti vittorie, nel luglio 1942 dovettero però arrendersi a preponderanti forze avversarie e Fiorani venne fatto prigioniero dagli inglesi. Da qui iniziarono altre peripezie che lo portarono a Suez, Città del Capo, Costa d’Oro (Ghana), Scozia e Galles (settembre 1942) dove rimase fino al 1946 lavorando, da prigioniero di guerra, i terreni dell’amabile mr. Llewellyn.
«Credo che questo libro abbia una duplice anima. Da un lato consente di conoscere da vicino le vicende di uno dei tanti soldati del 65° Reggimento fanteria motorizzata… Dall’altro può costituire un punto di riflessione su una parte del secondo conflitto mondiale che spesso viene dimenticata…» (Bergonzi, Introduzione, pp. 10-11).
Interessanti infine gli inserti a colori, in gran parte cartoline militari degli anni ‘30-’40, inneggianti all’onore, a una concezione ancora romanticamente e cavallerescamente ottocentesca della guerra.
Fabio Bianchi