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Pubblicato il 04/05/2018

3 E 4 MAGGIO 1945 – DUE MEDAGLIE DEL DISONORE : ASSASSINI PARTIGIANI A GUERRA FINITA

foto: cortesia     PRIMATO NAZIONALE

DISONORE- STUPRI- TORTURE-
Adriano Adami classe 1922 a Perugia , ( primo a destra nella foto, ndr) agli inizi del 1941 fu spedito nei Balcani. Si ammalò di malaria e venne ricoverato a Perugia.
Con l’armistizio dell’8 settembre, Adami tornò per poter aderire all’RSI frequentando un corso di addestramento a Munsigen. Venne assegnato alla 4° Divisione alpina “Monterosa” e combatté in Garfagna contro gli Alleati. Venne decorato con la medaglia d’argento al valor militare e con la Croce di Ferro tedesca di II classe.Nell’ottobre 1943, era in Liguria in funzione anti partigiana e si distinse per aver sventato un’azione delle bande sulle rive della Trebbia il 23 ottobre. A Torriglia cadde prigioniero ma riuscì a scappare il 4 novembre 1944 con 120 compagni. I partigiani proposero ai soldati della Repubblica Sociale di cambiare schieramento per avere salva la vita; al rifiuto di questi si erano ormai scavati la fossa se non fossero riusciti a scappare.

In Piemonte, Adriano Adami e la Monterosa dovettero continuare con le azioni di liberazione dei compagni caduti in mano ai partigiani. L’allora partigiano, Giorgio Bocca, afferma “per fortuna della Resistenza la tecnica di Pavan ha scarsi imitatori”, Pavan era il nome di battaglia di Adami. Il sottotenente, con una cinquantina di uomini al suo seguito, andava nei centri del cuneese a caccia di tutti coloro-FINTI PARTIGIANI , BANDITI IMBOSCATI, DISERTORI, che compivano azioni eversive contro la cittadinanza. Il più delle volte si cercava di catturare i capi dei gruppi partigiani agendo di notte e, in concomitanza, la Monterosa liberava eventuali soldati caduti prigionieri dei partigiani. Le bande dovettero, ad un certo punto, iniziare una serie di azioni preventive, iniziando a spostarsi di continuo per non cadere nelle mani dei fascisti. Alla fine, spossati dai repentini attacchi di Adami, i partigiani abbandonarono la valle piemontese.
Il 26 aprile 1945 il battaglione Bassano, di cui faceva parte il cacciatore perugino, privo di rifornimenti e stremato si arrese ai partigiani giellisti e garibaldini. Adami, dopo aver tentato di scappare per raggiungere gli altri battaglioni dell’RSI lì vicini, venne riconosciuto, al suo ennesimo rifiuto di aderire alla lotta antifascista, venne torturato e picchiato. Adami venne, inoltre, condotto per strada, con il collo legato ad un carro e condotto in giro per il paese di Paesana. Adriano Adami era famoso per le sue attività anti – partigiane e, per questo, il CLNAI lo odiava particolarmente. A lui vennero imputati gli incendi di Paesana e di Venasca (quando ancora il soldato nemmeno era giunto sul luogo) e lo stupro di alcune donne (in realtà, la confessione venne estorta a Marcella Catrani, amante di Adami, dopo lunghi periodi di sevizie e di violenze da parte dei partigiani che l’avevano catturata).
Il 2 maggio, in corrispondenza con la caduta di Berlino, Adami venne fucilato alla schiena. La folla si riversò sul corpo del soldato e lo martoriò sfigurandolo mentre Marcella Catrani venne tenuta sotto custodia e violentata dagli aguzzini dell’amante.

 

4 maggio 45

MASSA

DANILO CANDIANI
«Ucciso barbaramente dai fornesi solo perché era ‘repubblichino’»

La fine di Candiani, trucidato dalla popolazione il 4 maggio ’45
Danilo Candiani, nato a Godo di Russi di Ravenna l’11 luglio del 1920, si trasferisce a  Massa dove  frequenta l’Istituto Tecnico, e nel 1938 consegue il Diploma. Si iscrive poi all’Università , a Economia e Commercio. Il 6 agosto del 1942, é chiamato nel  5° Reggimento Alpini con sede a Milano e lì frequenta il corso di addestramento e diventa sergente .

Il 18 marzo del ’43 è inviato al fronte sul versante francese, in Provenza, nel  34° Battaglione complementi Alpini alle dipendenze della 223° Divisione. Il Governo della Repubblica Sociale Italiana lo richiama alle armi  dopo l’8 settembre. assegnandolo al Comando provinciale di Massa. Il 1° aprile del 1944 viene destinato alla Guardia Nazionale Repubblicana dove rimane sino al termine del conflitto. APontremoli il 23 aprile, sposa Ada De Lucia. Venerdì 4 maggio, Danilo è a Forno, li invitato e poi tradito dal falso amico partigiano che lo indicò come uno degli aguzzini di una fucilazione di rappresaglia. Non era vero.Vnne linciato dalla folla. Agli sputi seguirono, soprattutto da parte delle donne dei fucilati, calci, pugni, cinghiate, bastonate e qualche sasso. Agonizzante e rantolante invocando la madre fu abbandonato a se stesso per poi essere finito con un colpo di pistola alla testa. Sepolto nel cimitero del Mirteto, nel ’56 i famigliari traslarono la salma al Monumentale di Forlì dove tutt’ora riposa

STRAGE DEL COLLEGIO BRANDOLINI – SUSEGANA TREVISO

Strage al Collegio Brandolini di Oderzo all’indomani della Liberazione : centotredici persone appartenenti alla Repubblica Sociale Italiana, allievi della scuola della Guardia Nazionale Fascista furono trucidati dai partigiani , dopo la Liberazione, tra l’aprile e il maggio 1945. Il clima di quei giorni non impedì al reparto partigiano dei Cacciatori di Pianura di catturare gli allievi del Brandolini e portarli sul Piave, dove furono brutalmente fucilati.

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