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Pubblicato il 05/07/2018

5 TORRI 2018 – GLI ALPINI DI OGGI COME QUELLI DI CENTO ANNI ORSONO: TENACI E ARDIMENTOSI

Il Gazzettino Belluno
data: 5/7/2018 – pag: 42

Esercitazione sulle orme dei soldati di cent’anni fa

Aperta anche una via ai Ragazzi del 99 che combatterono nella grande guerra

CORTINA
Si sono arrampicati e calati con le funi, hanno soccorso persone ferite, hanno combattuto contro nemici attuali con tecniche imparate dai soldati di cent’anni fa: gli alpini sono tornati sulle Cinque Torri per la annuale esercitazione multinazionale interforze.
CINQUE TORRI
Ad assistere alle manovre c’era il generale di corpo d’armata Claudio Berto, comandante delle Truppe alpine: «Questo è per noi un momento addestrativo molto importante, con attività tecniche e tattiche. Nelle prime, i nostri ragazzi hanno arrampicato sulle Cinque Torri, con diverse modalità e difficoltà; alcuni di loro hanno aperto una nuova via, che hanno intitolato ai Ragazzi del 99 in ricordo di quanto accadde cent’anni fa». Fra i diversi momenti delle spettacolari dimostrazioni, c’è stata una prova di soccorso, per verificare il livello di integrazione che i militari possono avere con il Corpo nazionale del soccorso alpino.
L’ISPIRAZIONE
«La nostra esercitazione militare trae ispirazione da eventi bellici realmente accaduti, che abbiamo letto, studiato e riproposto in chiave moderna e che riguardano soprattutto le attività dei reparti scalatori di cent’anni fa precisa il generale Berto – uno dei protagonisti principali di questi reparti fu il capitano Giovanni Sala Tuze di Borca di Cadore, con i suoi Mascabroni». A conferma dell’aspetto multinazionale e interforze c’erano quattordici nazioni rappresentate, assieme a diverse forze armate italiane, con la Marina, l’Aeronautica, i Carabinieri, la Guardia di finanza, oltre all’Associazione nazionale alpini. Sul ruolo degli Alpini, il generale Berto aggiunge: «Noi siamo una delle componenti dell’esercito italiano, specializzati in montagna, anche se abbiamo fatto tantissima esperienza all’estero, in un territorio che non è propriamente alpino, come l’Afganistan. Ci proponiamo anche per vocazione, addestramento e materiali che utilizziamo, per affrontare emergenze, qualora la comunità nazionale ne avesse bisogno».
FRATELLANZA IN ARMI
Ad assistere c’era anche quest’anno il capo di stato maggiore della difesa Claudio Graziano: «Siamo pronti per operare in qualsiasi condizione ambientale e climatica. Gran parte delle operazioni di sicurezza internazionale che si stanno svolgendo adesso si svolgono in ambiente montano, ideale. In questa palestra naturale si cimenta la fratellanza in armi, con l’amicizia, la solidarietà, la capacità di relazionarsi con la società».
Nel pomeriggio, in piazza, sono stati resi gli onori al monumento del generale Antonio Cantore, ucciso a Cortina nel 1915, simbolo degli Alpini. E’ seguito il concerto della fanfara della Brigata alpina Julia.
Marco Dibona

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