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Pubblicato il 19/05/2021

AFGANISTAN- ANARCHIA IN ARRIVO – SOLDI SPRECATI DELL’ITALIA?

La situazione in Afghanistan inizia ad essere di vera anarchia in molte province del paese, compresa quella di Herat, tradizionalmente meno turbolenta delle altre, perchè si sta intensificando lo scontro tra le numerose bande che si contendono il territorio.
Ogni giorno si registrano attentati e violenze in numero sempre crescente e non sempre dirette verso le truppe governative , ma anche per eliminare le bande rivali.
L’ultimo episodio risale al 18 maggio nel distretto di Obe, provincia di Herat, dove è stato addirittura abbattuto un ponte di collegamento con la capitale. Si tratta di un attacco che denota una capacità di offendere che sino a poco tempo fa era impossibile, grazie al controllo del territorio coadiuvato dalle truppe occidentali.

Un altro aspetto che aggrava le previsioni è il conflitto tra islamisti: un esempio ce lo danno i talebani pakistani di Tahrik-e-Taliban hanno addirittura colpito mullah Abdul Mannan Niazi. La formazione che ha attentato alla sua vita è una milizia che ha confederato sin dal 2007 i tanti gruppi i presenti tra il Pakistan e l’Afghanistan. Si tratterebbe di circa seimila miliziani che nel 2020 hanno colpito oltre cento volte le truppe regolari e diversi obiettivi anche religiosi.
COSTI E BENEFICI DELLA PRESENZA ITALIANA
Milex ha calcolato in 6,77 miliardi il costo italiano dei venti anni di presenza nel paese, più di 720 milioni di sostegno delle forze armate e alla polizia afgane e 925 milioni di spese di logistica, infrastrutture, intelligence e attività umanitarie militari CIMIC, che all’estero chiamano guerra psicologica: aiuti in cambio di informazioni.
8, 5 miliardi di euro, che hanno dato zero risultati economici attivi per le aziende italiane , in un paese che guarda all’Iran come riferimento economico e che ha venduto alla Cina importanti risorse come le miniere di litio e rame.
Un esempio aggiuntivo: il rifacimento e asfaltatura del raccordo tra la ring road e Farah ( provincia sotto controllo italiano) è stata affidata all’Iran, mentre è in costruzione la ferrovia che collegherà Teheran direttamente a Herat, ovvero in direzione opposta all’Ovest e alle interconnessioni con la rete ferroviaria dell’ Uzebekistan / ma anche del Tajikistan(, che porterebbe direttamente in Europa.
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