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Pubblicato il 05/05/2021

AFGANISTAN: COL RITIRO AMERICANO NELLA PROVINCIA DI HELMAND INIZIA L’AVANZATA TALEBANA

Migliaia di cittadini afghani sono stati costretti a lasciare le proprie abitazioni a causa degli intensi scontri scoppiati tra militari e taleban nella provincia meridionale di Helmand dopo che le truppe Usa hanno cominciato a ritirarsi.
Nelle ultime 24 ore, i miliziani hanno lanciato diversi attacchi contro checkpoint ma sono stati respinti dai soldati afghani. Le autorità hanno riferito che un migliaio di famiglie sono sfollate a causa dei combattimenti scoppiati nei dintorni di Lashkar Gah, capoluogo di Helmand, e in altre zone della provincia. Il bilancio governativo parla di oltre 100 taleban uccisi, insieme a 22 miliziani di al-Qaeda provenienti dal Pakistan. Alcuni checkpoint sono stati presi dal gruppo militante ma sono stati poi riconquistati dalle forze governative, ha riferito la Difesa. Anche i taleban hanno riferito dell’uccisione di decine di militari. Combattimenti sono scoppiati anche in diverse altre province da quando gli Usa hanno iniziato a ritirare gli ultimi 2.500 soldati il primo maggio; nell’ambito del piano, una base a Helmand è stata consegnata dagli americani alle forze di Kabul. Da parte sua, il Pentagono ha minimizzato.

«Finora non abbiamo visto nulla che abbia influenzato il ritiro, o abbia avuto un impatto significativo sulla missione in corso in Afghanistan », ha commentato ieri il portavoce della Difesa, John Kirby. A un anno dagli accordi fra Stati Uniti e taleban, siglati a Doha lo scorso 29 febbraio, e dopo diversi mesi di negoziati con il governo di Kabul, non c’è stata nessuna tregua per la popolazione: secondo l’Onu, il numero delle vittime civili nel primo trimestre del 2021 è già tornato ai livelli del 2019.

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