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Pubblicato il 30/07/2017

AFGANISTAN: GLI ITALIANI DEVONO RITORNARE A FARAH INFESTATA DI TALEBANI

foto sopra: 2009 l’allora tenente colonnello Sganga al rientro nella base di Farah dopo avere coordinato la risposta ad un violento attacco talebano durato diverse ore. La zona, insieme a quelle di Bala Murghab e Bala Boluk, erano state bonificate dalla Folgore che aveva creato una profonda “bolla di sicurezza” grazie ad una intensa ed efficace controinterdizione.


PARMA- I nostri soldati e la Folgore in modo più incisivo, avevano bonificato in gran parte la provincia di Farah consentendo alla popolazione la ripresa di una vita “quasi” normale, contro le angherie dei talebani, quasi sempre delinquenti comuni, contrabbandieri e taglieggiatori. Da qualche tempo, dopo che l’area era stata riconsegnata alle deboli ( e corrotte) autorità militari del posto, sono ricominciati gli attacchi a caserme e edifici pubblici anche con autobomba, al punto che il comando di Resolute Support ha dovuto decidere di re-inviare soldati americani ed italiani per riprendere il controllo e difendere infrastrutture ed edifici pubblici.

L’azione sarebbe stata necessaria dopo che la intelligence ha riportato voci di un possibile spettacolare attentato talebano al governatorato di Farah, che rientra nell’area di controllo italiana del Regional Command West. Tutto è avvenuto nella massima riservatezza, ma portavoce del governatore Nasir Mehri conferma che soldati americani e italiani sono stati aerotrasportati giovedi scorso nella capitale di provincia.
Washington vuole concordare con Kabul più mano libera nelle operazioni speciali e per preparare il nuovo “terreno” operativo ,La Difesa americana ha chiesto alla Nato di appoggiare questo nuovo approccio aggressivo ma l’Italia ricorda che la missione Resolute support prevede formazione e sostegno ma senza l’uso delle armi. Prepararsi a resistere a un attacco della guerriglia deve forzatamente prevedere anche l’impiego di velivoli – droni, elicotteri o caccia in bersione “combat”.

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