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Pubblicato il 02/12/2013

AFGANISTAN: IL 183mo NEMBO IMPEGNATO NELLA TRANSIZIONE


Shindand, 02 dicembre 2013 – In occasione della Giornata Mondiale dell’Infanzia sono iniziati nei giorni scorsi nel distretto di Shindand – Afghanistan occidentale – i progetti “Sicurezza nelle Scuole” e “Alunno Felice”, svolti congiuntamente dall’Afghan National Army (ANA) – l’esercito afghano – e dalla Transition Support Unit Center (TSU-C), l’unità di manovra attualmente affidata al comando del 183° reggimento paracadutisti “Nembo” di Pistoia.

I programmi, voluti dal Dipartimento di Educazione di Shindand, sono stati sviluppati nell’ambito dell’attuale fase di transizione della missione Isaf che prevede il passaggio della leadership della sicurezza e della governance alle istituzioni locali. Entrambi sono nati dall’esigenza di diffondere la conoscenza ed elevare la sicurezza nelle fasce più deboli della popolazione contro i rischi causati dal maneggiare oggetti rinvenuti, quali mine ed altri residuati bellici, nonché per dotare di ausili didattici i piccoli alunni dei villaggi di Quanati, di Mogholan-e-Khone e della scuola Farqa Bisto Yak.

Il colonnello Franco Merlino, comandante del 183° reggimento paracadutisti Nembo, presente alla prima lezione del progetto “Sicurezza nelle Scuole”, ha espresso la “testimonianza di quanto i militari del contingente multinazionale, su base brigata meccanizzata Aosta, siano vicini alle necessità della popolazione locale”.

Al termine della lezione i paracadutisti hanno consegnato ai presidi delle scuole 100 banchi da tre posti ciascuno, 400 zainetti, 18 grandi lavagne e materiali di cancelleria e generi alimentari acquistati con fondi del Ministero della Difesa italiano, compresi 200 kit igienico sanitari.

SOLO UOMINI E BAMBINI POTEVANO ATTINGERE ACQUA. CON UN NUOVO POZZO IN UN VILLAGGIO ANCHE LE DONNE POTRANNO FARLO
L’attività a favore della rinascita e della ricostruzione avviata dal contingente italiano nell’area di responsabilità del Regional Command West, ha visto nello stesso periodo la realizzazione di un pozzo d’acqua all’interno del villaggio di Mogholan-e-Khone, permettendo così alle donne di aver accesso alle risorse idriche in quanto, essendo in passato presente un solo pozzo al di fuori del villaggio stesso, solo gli uomini e i bambini potevano recarvisi per prelevare l’acqua.

Contemporaneamente, nel vicino villaggio di Mogholan-e-Now è stato ristrutturato un capannone pericolante per l’allevamento del bestiame e dei più comuni animali da cortile che permetterà di dare successivo impiego ad oltre 300 persone del vicino villaggio.

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