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Pubblicato il 02/03/2020

AFGANISTAN: RESA SENZA CONDIZIONI DEGLI AMERICANI ?

Il documento che sancisce il ritiro degli americani dall’Afganistan è stato sottoscritto dall’inviato americano Zalmay Khalilzad e dal mullah Abdul Ghani Baradar, vice capo dei talebani ed esponente del governo rovesciato a fine 2001 dagli USA. Sancisce che entro luglio verranno rimpatriati circa 5.000 soldati americani ed i rimanenti 8mila entro 14 mesi.
Rimarranno unità specializzate , prevalentemente forze speciali ed asseti aerei in chiave antiterrorismo.
Dopo 20 anni Washington ammette di non essere riuscita a sconfiggere gli integralisti terroristi e li sdogana come partner politici.
I talebani, dal canto loro, non hanno assunto impegni troppo gravosi con gli americani nè con il governo di Kabul, quest’ultimo definito “fantoccio” dell’occidente infedele.

Gli Usa hanno rassicurato Kabul circa i finanziamenti ed il sostegno alle forze di sicurezza afghane, mettendo nero su bianco che se i talebani non onoreranno l’accordo di no favorire più l’insediamento di cellule terroristiche nel loro territorio, “gli Stati Uniti non esiteranno ad annullare l’accordo”.

I lettori ricorderanno che un tentativo di cessare l’impegno militare USA in Afganistan e Iraq fu fatto da Barack Obama , consentendo, conl ritiro delle truppe americane, la rivincita ed il successo dello Stato Islamico e dei talebani.

Nella lettera di intenti tra le due parti non figura alcun impegno dei talebani a difendere i diritti civili, a rispettare quelli delle donne, ad applicare la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo o a rinunciare alla applicazione ottusa e crudele della sharia.

Gli Usa hanno promesso di liberare migliaia di terroristi talebani; il governo afghano non sembra essere d’accordo. “Non c’ è nessun impegno da parte del governo per liberare 5mila prigionieri talebani” ha detto il presidente afghano, Ashraf Ghani.

I talebani esultano: “Da questo storico hotel sarà annunciata la sconfitta dell’arroganza della Casa Bianca di fronte al turbante bianco”, aveva twittato il capo della propaganda talebana sui social media postando una foto dello Sheraton.

La guerra in afganistan è costata la vita a 3500 soldati della coalizione di cui 2400 americani, e 2mila miliardi di dollari. 150 mila afghani sono morti di cui quasi un terzo civili.
Mantenere forze militari in Afghanistan, comporta per tutti i paesi coinvoli, Italia inclusa, costi umani, finanziari e politici nche i singoli stati non possono sostenere più nè politicamente nè economicammente.

Dobbiamo attenderci che i talebani possano tornare al potere a Kabul,che ha istituzioni deboli, anche perchè la rielezione di Ghani non è stata riconosciuta dai talebani ed è stata contestata duramente dal suo rivale di sempre, Abdullah Abdullah.

A livello mondiale dovremo attenderci una maggiore motivazione dei musulmani terroristi di tutte le numerose fazioni e delle decine di migliaia di cellule dormienti presenti in occidente, a colpire l’Occidente e i suoi interessi, forti della “vittoria” che ha dimostrato come sia stato vincente il loro modo di combattere.

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