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Pubblicato il 14/06/2021

ALBINO- IL “CAVALLO D’ITALIA DEL SAVOIA CAVALLERIA IN UN LIBRO


< Un cavallo del Savoia Cavalleria è stato tra i pochi che hanno fatto ritorno dalla Russia, sopravvissuto anche alla sanguinosa ma vittoriosa carica di Isbushensky La sua storia è raccontata nel libro «Steppa bianca. Memorie di Albino, cavallo da guerra» (Cantagalli Editore), autore Michele Taddei, Il cavallo del quale Taddei Albino fu "arruolato" nell''esercito italiano e mandato in Russia.Domenica 20 giugno, alle 17.30 il libro sarà presentato a Pisa, durante lo Scotto festival.


Albino era un maremmano nato nel 1932 che, ancora puledro, era stato requisito dall’esercito per essere domato e poi arruolato nel glorioso Reggimento «Savoia Cavalleria» e inquadrato del 2° squadrone. Il Reggimento partecipò con l’Armir alla campagna di Russi, combattendo anche a Isbuscenskij nell’ansa del Don dove la carica degli squadroni è diventata leggendaria.

Il 24 agosto del 1942 il «Savoia Cavalleria» affrontò la ultima carica della storia delle cavalleria italiana : seicento uomini con i loro cavalli riuscirono a disperdere i duemila soldati dell’Armata Rossa. Albino fu ferito a un occhio e a una zampa; non venne abbattuto per rispetto verso il suo eroismo e fu fatto rientrare in Italia. Non più abile al servizio militare, fu ceduto ad un privato. Durante una fiera, alcuni anni dopo, fu riconosciuto da un sottufficiale del «Savoia Cavalleria» , perchè Albino era senza un occhio e aveva una lunga cicatrice sullo stinco destro. L’esercitò lo riacquistò e Albino divenne in breve il simbolo stesso dell’eroismo e del sacrificio del Reggimento e dell’intero esercito italiano e venne istintivamente definito «il cavallo d’Italia».

Il Ministero gli assegnò una pensione che gli consentì di essere mantenuto in una scuderia dell’esercito a Merano fino alla sua morte che avvenne il 21 ottobre del 1960. Aveva 28 anni. La carcassa di Albino fu imbalsamata e ha oggi un posto d’onore nell’androne principale del Reggimento «Savoia Cavalleria» che ha sede a Grosseto. Durante l’anno gli fanno visita le scolaresche e la sua storia viene raccontata come un bellissimo episodio di simbiosi tra Uomini ed animali “con le stellette”, coraggiosi e fedeli.

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