CRONACA AGGIORNATA OGNI ORA

Condividi:

Pubblicato il 26/11/2017

ANNO 1095- IL 27 NOVEMBRE IL PAPA CHIAMA ALLA GUERRA DA CLERMONT. PRIMA CROCIATA PER LIBERARE GERUSALEMME .

ANNO 1095- IL 27 NOVEMBRE IL PAPA CHIAMA ALLA GUERRA DA CLERMONT. PRIMA CROCIATA PER LIBERARE A GERUSALEMME .

Riflessioni  ai piedi  del Santuario  Matildico di Sasso

di Gaetano Canetti

Mi lascio condurre dal mio cagnolino Napoleone in una bella mattinata di Novembre.
Scollino.
Si ferma e si volta: “visto?” sembra dirmi.
Gli sorrido e lo ringrazio con una carezza.
Quanto è bella questa terra, la terra dei miei padri: il Ventasso, il Cusna, la Val d’Enza e quel singolare cocuzzolo poco distante che è Canossa.
Mi rigiro anch’io ora e rivolgo lo sguarda alla mia Chiesa, il Santuario voluto proprio da Matilde intorno al 1080 come ex voto, forse penso io, per chiedere perdono dopo aver perso l’unica figlia ed aver abbandonato il talamo nuziale in Lorena diviso con Goffredo “il Gobbo” Conte di Verdun.

Dopo aver svernato assieme in quella Toscana tanto cara alla madre Beatrice, la Contessa fornisce la scorta al Papa attraverso le sue terre ché si deve recare in Lombardia; proprio da qui, mi dico, sarà passato nel Marzo del 1095 il corteo, un misto di uomini di Fede ed armi: Castelnuovo ne’ Monti, Vetto, Scurano e la Pieve.

Rainerio da Sasso, il Dignitario Matildico, mostra con umile orgoglio alla sua Signora il gioiello frutto anche del lavoro di centinaia di operosi fedeli.

Urbano II, ex priore di Cluny, dà la propria commossa benedizione e si dilunga a confermare nella Fede e nella Tradizione l’”archipresbiter” ed i monaci (magari anch’essi legati alla regola di San Benedetto) che una volta, si dice, occupassero la casa di Pietro il calzolaio, senz’altro la più antica del paese.
“… et portae inferi non prevalebunt…”: sono gli anni della “lotta per le investiture” in cui la Chiesa guidata da monaci, sta ricostruendo se stessa, combattendo contro l’Imperatore Enrico IV (Matilde defensor fidei).
Succeduto a San Gregorio VII e al breve pontificato di Vittore III, Urbano, al secolo Oddone di Lagery proveniente da nobile famiglia, si trovò a dover lottare oltre che contro l’imperatore anche contro un parmense dei “da Correggio”, colui il quale gli era stato contrapposto sulla cattedra di Pietro, l’antipapa Clemente III, arcivescovo di Ravenna.
Il corteo riprende per Piacenza dove si svolgerà un importante Concilio cui prenderanno parte centinaia di vescovi, migliaia di ecclesiastici e talmente tanti laici da doversi obbligatoriamente svolgere all’aperto nei campi fuori città.
Curiosamente, parteciperanno anche dei messi inviati dall’Imperatore d’Oriente Alessio Comneno.
Il “Basileus” di quel poco che oramai rimane del grande Impero Romano d’Oriente bizantino, ritirata da Urbano la scomunica ricevuta da Gregorio VII (aveva anche sovvenzionato con 144.000 scudi l’imperatore Enrico…) e tornato in buoni rapporti, a Piacenza comunica al Papa lo scempio che nella Terra Santa stanno portando i Turchi Selgiuchidi chiedendogli aiuto.
I pellegrinaggi sono diventati un bagno di sangue ed i pellegrini derubati, uccisi nei peggiori dei modi: è divenuto dunque impossibile giungere a Gerusalemme per chiedere perdono dei propri peccati.
Il Papa è favorevole ad un intervento armato e si propone di sostenere una spedizione per liberare il Santo Sepolcro e rendere nuovamente praticabili i pellegrinaggi.
Matilde ne sarà senz’altro rimasta entusiasta: già il padre Bonifacio aveva avuto l’intenzione di recarsi a Gerusalemme per riparare a quel peccato di simonia di cui più volte si era macchiato e lei stessa avrebbe dovuto accompagnare Gregorio VII in un viaggio in Terra Santa.

LA PRIMA CROCIATA  PER LIBERARE IL SANTO SEPOLCRO 
Dopo Piacenza, Urbano II continua il suo cammino fino a Clermont dove indice un concilio ed il 27 Novembre 1095 pronuncia il famoso discorso che darà inizio alla Prima Crociata.
Cita passaggi di una lettera inviata dal Comneno dove si fanno espliciti riferimenti alle barbarie dei turchi sunniti, glissando per pudore sulle nefandezze perpetrate nei confronti delle donne.
Chiama i nobili cavalieri ad una guerra giusta, a fin di bene, assicurando la salvezza eterna a chiunque avesse partecipato alla spedizione “unicamente per il bene della sua anima e per la libertà delle nostre Chiese”: così nella lettera inviata alla città di Bologna per sollecitarne all’intervento.
Nessuna ambizione personale ammessa se non quella alla penitenza, alla purezza del gesto, le regole sono chiare:
“Chiunque si metta in cammino per liberare la Chiesa di Dio a Gerusalemme, spinto unicamente dalla devozione in nostro Signore e non dall’avidità di guadagno e di gloria, consideri quel cammino una penitenza per i suoi peccati”.
Molto si è scritto sulla bramosia di questi cavalieri a conquistare nuove terre e ricchezze in Oriente, una sorta di colonialismo ante litteram.
Nulla di più falso.
Alla morte di Goffredo “il Gobbo”, senza figli, primo marito di Matilde (abbandonato dalla consorte anche per essersi schierato con l’imperatore), Enrico IV decise di fargli succedere nelle proprietà un parente ma anche suo fedele uomo d’arme nelle campagne d’Italia: Goffredo di Buglione.
Ebbene costui, senz’altro uomo timorato di Dio e consapevole di aver combattuto vergognosamente contro il Vicario di Cristo in terra, risponde all’appello del Papa tra i primi.
Per potersi permettere i costi onerosissimi che il viaggio e le battaglie avrebbero comportato, vende l’intera Contea di Verdun al Re di Francia Filippo I.
Non è tutto: non essendogli ancora sufficienti i denari, si vede costretto anche a dare in ipoteca la Contea di Liegi per 1.500 marchi!
Goffredo di Buglione, futuro unico advocatus (difensore) del Santo Sepolcro, e suo fratello Baldovino di Boulogne, futuro primo Re di Gerusalemme, fanno pervenire alla madre le loro disposizioni testamentarie nel caso non dovessero tornare, testuali parole, “dalla battaglia di Gerusalemme nel nome di Dio”: il loro nuovo obiettivo è la liberazione dei luoghi santi e guadagnarsi la clemenza di Gesù Cristo.
Dopo Clermont, prima di tornare a Roma, il Beato della Chiesa Cattolica Romana Urbano II procede per oltre 3.000 chilometri perorando la causa della Santa Impresa: e ci riesce benissimo…
Gerusalemme viene liberata il 15 Luglio 1099 ed il 29 Luglio 1099 Oddone di Lagery, questo grande Papa e uomo, muore o meglio, nasce alla Vita Vera, prima ancora di averne appreso la notizia.
Accarezzo il cane e con lo sguardo le mie montagne: si sono senz’altro passati di qua… ma ce lo siamo dimenticati.

800px-prima_crociata

Leggi anche