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Pubblicato il 13/03/2018

ANSAV: L’ INCIDENTE AL TURBOFINIST DI CASALE PER TURBINA IN AVARIA . BRAVO ILPILOTA

29 Agosto 2015- precipita in decollo un Turbo Finist Smg-92 con sette paracadutisti e tre passeggeri tandem paracadutisi a bordo, alla velocità di 120 chilometri all’ora circa.
Tutti riportarono una serie di fratture e di lesioni, compreso il pilota. Due finirono in Rianimazione.

La commissione di inchiesta della Agenzia Nazionale per la sicurezza del volo, ha stabilito una serie di cause, tra le quali determinante è stata il malfunzionamento della turbina
L’aereo di costruzione slovacca era stato noleggiato dall’accademia di paracadutismo Area 47 di Casale da un operatore ungherese, che si occupava anche della sua manutenzione. Quel 29 agosto, il pilota, Marco Agujaro, di Rivoli, al dodicesimo decollo Ddi paracadutisti. Da terra hanno avvertito un rumore forte ed hanno visto l’aereo piombare a terra da 27 metri quando era ancora sulla pista.
Uscì fumo dal motore uscita , dicono i testimoni all’ispettore dell’Ansav . Il pilota, dopo avere acusato il calo di potenza decise di tenere l’aereo sull apista. «La soluzione di proseguire diritto si è rivelata l’unica possibile – ha spiegato – Ho provato a valutare la possibilità di superare gli ostacoli a fondo pista rappresentati da una fila di arbusti e tentare un atterraggio nel campo coltivato dall’altro lato della recinzione dell’aeroporto. Verificata però l’impossibilità di tale opzione, ho puntato il velivolo verso un’area dove apparentemente la vegetazione risultava più fitta». La esperienza e la corretta azione del pilota sono state evidenziate anche nella relazione.
Gli accertamenti hanno chiesto informazioni alle autorità di Ungheria, Slovacchia, Repubblica Ceca e Svizzera. Il tipo di turbina era già stata monitorizzata dall’Ansav, che aveva emanato raccomandazioni di sicurezza . Sono state rilevate anche forti carenze di manutenzione: un sistema di controllo dell’aereo «non sufficientemente scrupoloso» da parte del manutentore; la segnalazione «imprecisa, non tempestiva e non corretta, da parte dell’utilizzatore, di parametri critici per il monitoraggio della vita del motore»; una regolamentazione nazionale che non prevedeva all’epoca «una adeguata sorveglianza tecnica da parte dell’autorità aeronautica» sugli aerei impiegati per il lancio di paracadutisti; «l’assenza di adeguati dispositivi di ritenzione e sicurezza» ( cinture, ndr) per i paracadutisti imbarcati che rimasero feriti in modo serio perché furono propiettati uno contro l’altro e contro la carlinga. Probabilmente avrebbero riportato traumi meno gravi se fossero stati immobilizzati da cinture di sicurezza, che però non c’erano
Oltre alla indagine tecnica , la magistratura di Vercelli aveva aperto un’inchiesta per disastro aviatorio colposo.

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