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Pubblicato il 09/07/2020

ASSOLTO IL CAPORALE CHE PROMETTEVA IMPIEGHI NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Assolto Amalio Tempesta, caporalmaggiore dell’Esercito italiano arrestato nel 2012 dal commissariato di Fondi, Latina, con le accuse di truffa, millantato credito, estorsione e minacce. Presentandosi come maresciallo avrebbe assicurato di poter garantire posti di lavoro nella pubblica amministrazione, nelle multinazionali o nel campo dei trasporti.Le indagini del commissariato di Fondi hanno accertato che diversi dei soggetti in contatto con Tempesta vennero indotti dallo stesso a sottoporsi addirittura a visite mediche e sanitarie. Le richieste del Tempesta rendevano più credibile il suo disegno agli occhi dei malcapitati, che a loro spese si sottoponevano costose analisi di laboratorio e radiologiche. Tempesta dichiarava di essere ben inserito negli ambienti della pubblica amministrazione e prometteva impieghi statali, nonché nel settore privato di importanti aziende multinazionali e di autotrasporti. In più garantiva anche trasferimenti ai suoi colleghi. Quando emergeva la truffa li minacciava.
Il pm ha chiesto la condanna dell’imputato a tre anni e quattro mesi di reclusione.

Le parti civili chiedevano anche una condanna al risarcimento del danno subito.

Il difensore del militare ha sostenuto che l’accusa nei confronti di Tempesta era carente di prove, precisando anche come le ipotesi di millantato credito corruttivo, ora non più contemplata dal codice penale, non siano ricollegabili per legge con il delitto di traffico di influenze illecite, con la conseguenza che attualmente i fatti presenti nei singoli capi di imputazione non siano più previsti dalla legge come reato.

Il penalista ha quindi affermato che non sussisteva la estorsione e che difettavano le note tipiche della truffa aggravata.

Spiegazioni che hanno convinto il giudice Francesco Valentini, che ha assolto il militare.

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