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MUORE NEL SONNO DAVIDE DELLA PRIA – GUASTATORE PARACADUTISTA DI 32 ANNI

Si è sparsa velocemente la notizia della morte di Davide Dalla Pria, 32 anni, paracadutista della Folgore. Dapprima sui siti sociali ,con toccanti messaggi di cordoglio dei paracadutisti del suo Reggimento e di decine di visitatori della loro pagina facebook.

Davide è stato stroncato da arresto cardiaco improvviso; era un guastatore in servizio all’8° reggimento paracadutisti di Legnago.
Alla Cecchignola di Roma aveva concluso venerdì 19 Aprile il corso da guastatore che era durato diverse settimane.
Ieri mattina, Lunedì, sarebbe dovuto rientrare in caserma per prendere servizio.
E’ stata la compagna a rendersi conto che Davide era spirato, quando, al risveglio, ha capito la gravità della situazione.
Era diventato paracadutista “civile” dapprima a Ferrara, con l’ANPDI, di cui era diventato istruttore per la fune di vincolo, nel 2015, e poi nella Folgore .

NIGER- MANIFESTAZIONI AD AGADEZ PER LA USCITA IMMEDIATA DEGLI AMERICANI

Le truppe americane di Agadex ( base droni) e Niamey,sono pressochè inattive dal golpe del luglio scorso . NOnostante questa inattività ed il basso profilo, centinaia di persone sono scese nuovamente in piazza Domenica ad Agadez dove ha sede la importante base droni per sorvegliare il Sahel ciu sono state manifestazioni che chiedevano il ritiro immediato dei soldati USA.
Il Niger è stato a lungo un fulcro della strategia Usa e francese per combattere i jihadisti nell’Africa occidentale: qui gli Stati Uniti hanno costruito una base per i droni ad Agadez costata 100 milioni di dollari.

IL PADRE DELLA REGINA D’INGHILTERRA HA COMBATTUTO A EL ALAMEIN

CREDIT: ALASTAIR GRANT/AFP

La Regina d’Inghilterra Camilla, il cui padre ha combattuto ad El Alamein visiterà la caserma dei Lancieri dell’esercito nel North Yorkshire per consegnare alcune onorificenze al personale in servizio ed in congedo.
In quella occasione, nella sala dei cimeli potrà osservare una parte della uniforme appartenuta al Genitore, il maggiore Bruce Shand, 12° Royal Lancer che guadagnò la Croce Militare durante la ritirata a Dunkerque nel 1940 e di nuovo a El Alamein nel 1942.
I soldati dei Royal Lancers sono un reparto esplorante

IRAQ: PARLA IL GENERALE DI DIVISIONE NICOLA PIASENTE CAPO DI STATO MAGGIORE DELLA MISSIONE NATO IN IRAQ

ASKANEWS
Di Serena Sartini Foto: PAO Nato Mission Iraq


Il Generale di Divisione Nicola Piasente è Capo di Stato Maggiore della Nato Mission Iraq (NMI), che assiste l’Iraq nella costruzione di forze armate e istituzioni di sicurezza più sostenibili, per combattere il terrorismo e prevenire il ritorno dell’Isis.
Il generale è stato intervistato da ASKA NEWS


Il recente conflitto israelo-palestinese ha avuto ripercussioni sulla missione della Nato in IRAQ?

La missione della Nato in Iraq ha naturalmente adattato la propria postura, mettendo sempre in priorità la sicurezza del proprio personale e perfezionando piani di contingenza per affrontare eventuali cambi repentini di scenari.
Contestualmente, su richiesta delle forze di sicurezza irachene, ha ulteriormente incrementato la propria presenza capillare ed efficace all’interno delle strutture del Ministero della Difesa e del Ministero degli Interni e della Polizia federale in maniera tale da mantenere canali di comunicazione sempre aperti, da incrementare la “Situational awareness” sul territorio ed essere pronta a manifestare la propria vicinanza anche concretamente attraverso l’attività di consulenza sempre più attagliata nei confronti delle forze di sicurezza irachene.


In seguito a nuovi e recenti eventi nell’area mediorientale, si è innalzato il livello di allerta?

L’Alleanza Atlantica segue sempre con attenzione, con professionalità, con scrupolo l’evoluzione della situazione nella regione. La missione della Nato qui in Iraq rientra nei compiti principali dell’Alleanza Atlantica che sono oltre che la difesa e la deterrenza, anche la prevenzione alla gestione delle crisi e la cosiddetta Cooperative Security, cioè la sicurezza attraverso la cooperazione. L’Iraq è un elemento chiave per la stabilità del Medio Oriente e un Iraq stabile ha certamente un’impulso positivo sulla sicurezza del fianco sud dell’Alleanza.

In questo c’è una forte determinazione da parte di tutti i Paesi dell’Alleanza e un contributo estremamente apprezzato anche dell’Italia nello stabilire sempre i collegamenti e nel condividere informazioni e nello scambiare esperienze che possano far sì che eventuali crisi possano essere smorzate e tenute sotto controllo fino dalla fase di insorgenza.

Come riportato recentemente dal Segretario Generale della Nato, Jens Stoltenberg, ‘nessuno trarrà beneficio da un’altra guerra in Medio Oriente.

È vitale che il conflitto non vada fuori controllo e che tutte le parti dimostrino moderazione’.

Il Segretario Generale si è anche pienamente associato alla recente dichiarazione dei Ministri degli Esteri del G7 che ha invitato tutte le parti ad una de-escalation delle tensioni. Al Summit di Bruxelles del 2018 la Nato, su specifica richiesta del Governo Iracheno, ha autorizzato la missione in Iraq (NMI).


Ci può spiegare quali sono gli obiettivi principali di questa missione e quali sono i risultati concreti sino ad oggi raggiunti?
Gli obiettivi principali della missione della Nato in Iraq sono quelli di costruire istituzioni di sicurezza del governo iracheno efficaci e sostenibili nel tempo. E’ una missione che ha superato cinque anni di esperienza sul campo, è una missione principalmente basata sulle attività di consulenza, di esperti e consulenti che provengono da tutte le nazioni che sono membri dell’Alleanza Atlantica e che sono finalizzate ad aiutare e supportare la nostra controparte irachena nel delineare lo sviluppo delle istituzioni di sicurezza, in particolare del Ministero della Difesa e, dallo scorso mese di agosto, anche del Ministero degli Interni e della Polizia federale.

I principali risultati sono certamente quello di aver costruito una fitta rete di relazioni, di aver consolidato la capillare presenza dei consulenti dell’Alleanza Atlantica all’interno delle istituzioni di sicurezza irachene e di aver raggiunto un livello di intesa e di apprezzamento da parte dei nostri partner che ha fatto sì che la richiesta di supporto stia gradualmente, progressivamente evolvendo in diversi campi, alcuni dei quali piuttosto specifici, altri di importanza strategica e contestualmente dimostrano come il rapporto fra il governo iracheno e l’Alleanza Atlantica sia un rapporto che si sta avviando a un consolidamento importante e dall’altra parte l’apprezzamento dei nostri esperti abbia effettivamente raggiunto i propri obiettivi. Qual è il contributo italiano alla missione NMI? Ci sono altre truppe italiane sul territorio iracheno e quale è il loro ruolo? Il contributo italiano nell’ambito dell’Alleanza Atlantica è un contributo qualitativamente molto elevato.

È fornito da esperti in ambiti particolarmente delicati quali la difesa cibernetica, la gestione dello spazio aereo, lo sviluppo di modelli efficaci nella gestione delle crisi, il supporto al Ministero degli Interni e alla Polizia Federale. Il contributo che l’Italia dà, anche su specifica richiesta del governo iracheno, riguarda anche team di esperti che vanno a implementare e a supportare le capacità di sviluppo della difesa irachena in campi specifici, come quello dello sviluppo delle forze speciali, ad esempio, oppure c’è anche una componente civile, composta anche da personale nazionale, che lavora sia nelle interazioni con la leadership politica e di governo irachena e non ultimo la nostra ambasciata qui a Bagdad è il punto di contatto per l’Alleanza Atlantica.


E’ quindi è un elemento di facilitazione nei rapporti tra la missione della Nato a Bagdad e le diverse rappresentanze diplomatiche presenti nella capitale irachena. In che modo la missione funge da deterrente contro la ripresa delle attività del gruppo terroristico ISIS in Iraq?

Il miglioramento, la crescita, il consolidamento delle capacità delle forze di sicurezza irachene, è uno sforzo sinergico che vede ovviamente al centro le istituzioni di sicurezza irachene, che viene supportato dalla coalizione internazionale per il contrasto al terrorismo, nella quale l’Italia ha un ruolo qualitativamente molto importante e naturalmente dall’attività di consulenza dell’Alleanza Atlantica che, nello specifico, lavora nel costruire modelli, strategie politiche che facciano sì che la difesa irachena abbia un controllo efficiente ed efficace del territorio, sia rivolta alla costruzione di un modello sostenibile sia dal punto di vista finanziario che dal punto di vista logistico e si concentri anche sullo sviluppo di tutti quei sensori e quegli indicatori che possano in maniera efficace prevenire prima di possibili esplosioni eventuali crisi che possano portare alla rinascita di minacce di tipo terroristica come quella rappresentata dall’Isis.


Generale, lei ha già partecipato ad una missione in Iraq nel 2017-2018 quale Comandante della ‘Praesidium’ Task Force sulla diga di Mosul. A distanza di quasi dieci anni come ha trovato l’Iraq e quale è la sua sensazione per il futuro di questo Paese? L’Iraq negli ultimi anni ha saputo consolidare la propria stabilità. C’è un processo che vede l’assunzione da parte delle forze di polizia, del controllo della sicurezza di buona parte delle province irachene. Naturalmente l’approccio del governo iracheno alla costruzione di questa stabilità è un approccio molto determinato, che ha saputo valorizzare il contributo dell’Alleanza Atlantica e il contributo dell’Italia.
Relativamente alla mia esperienza passata qui in Iraq, ho avuto la responsabilità di garantire nell’ambito della coalizione internazionale la sicurezza della diga di Mosul, che è un’infrastruttura strategica per il paese, rispetto alla quale eventuali problemi di sicurezza potrebbero effettivamente avere delle conseguenze drammatiche per il Paese.

Io credo che l’Italia in quell’occasione abbia garantito un contributo determinante, affidabile, cogliendo contestualmente le esigenze di sicurezza manifestate dalla coalizione, ma anche le preoccupazioni delle autorità irachene.

E devo dire che anche nell’evoluzione della campagna che ha portato la sconfitta di Daesh il ruolo dell’Italia è sempre stato un ruolo importante e anche qualitativamente decisivo in alcune fasi e che abbia mostrato la professionalità dei nostri soldati e la loro determinazione nel supportare il popolo iracheno nella lotta contro il terrorismo.

MOLINELLA- GIANFRANCO CIAVATTELLA, DISABILE, SI LANCIA IN TANDEM GRAZIE AL NIPOTE , GUASTATORE PARACADUTISTA

Gianfranco Ciavattella, paraplegico dalla nascita, si è lanciato in tandem a Ravenna grazie a suo nipote Massimiliano, guastatore paracadutista in servizio a Legnago. Ciavattella ha 52 anni e soffre di paraparesi spastica agli arti inferiori sin dalla nascita.
Non cammina e non può fare nessun uso delle gambe.nipote Massimiliano, militare dell’8° reggimento della Folgore, gli ha detto: «Vuoi davvero andare in quota?». La foto li ritrae entrambi poco prima del lancio.

A Molinella, il team Skidive Flygang negli anni si è specializzato in questo tipo di lanci in tandem.
«Utilizziamo un’attrezzatura specifica — spiega il presidente Riccardo Salardi. Il pilota tandem istruttore è stato il bravissimo Santiago Calzolari.

FISSATO PER IL19 OTTOBRE IL LANCIO SULLE POSTAZIONI DELLA FOLGORE DI EL ALAMEIN

Le richieste di tanti paracadutisti ci spingono a organizzare in Egitto anche la terza, e probabilmente ultima, edizione nel 2024.


PARMA- Il lancio sulle postazioni della Folgore di El Alamein è stato un evento eccezionale.
Nel 2022 e nel 2023 si sono lanciati paracadutisti “fermi” da 30 anni, mettendosi alla prova con un ricondizionamento sotto controllo militare egiziano.
Di seguito alcune informazioni per chi volesse partecipare al decollo del 2024, che si sta lentamente riempiendo:

LE DATE
– appuntamento 16 Ottobre entro ore 16,30 all’ aereoporto del Cairo, Egitto
– addestramento il 17 e 18 presso la Airborne egiziana e/o in struttura gestita dai militari
– lancio 19 Ottobre da C130H militare egiziano
– cerimonia il 20 ottobre Sacrario Italiano di El Alamein oppure giorno di riserva per il lancio
rientro al Cairo la sera del 20 Ottobre
– partenza per l’Italia 21 Ottobre
Il giorno 19 ed il giorno 20 Ottobre ci saranno le visite sia ad alcuni luoghi della Battaglia
( Himeimat, Quota 105, kapunga Box) che agli altri Sacrari e al Museo della Battaglia ( egiziano)


REQUISITI PER CHI EFFETTUA IL LANCIO VINCOLATO O IN CADUTA LIBERA
– essere paracadutisti in congedo oppure con abilitazione civile FDV
– buone condizioni fisiche generali ( certificato medico ENAC)
– avere un peso entro 90 kg
TCL
– licenza
– ripiegamento emergenza
– assicurazione
– visita ENAC


CADUTA LIBERA E TANDEM
Dopo i due passaggi a quota 750m per il lancio con fune di vincolo, si raggiungerà quota 3800/4000 metri per il lancio in caduta libera e , a richiesta, sarà possibile lanciarsi in tandem


DECALOGO DI COMPORTAMENTO ED ABBIGLIAMENTO PER TUTTI
Il lancio su El Alamein è regolato da un preciso decalogo da accettare , per i comportamenti e da altrettanto precise prescrizioni per l’abbigliamento; entrambi dovranno essere adeguati ai luoghi dove si avrà il privilegio di atterrare.


INCONTRI TECNICI DI VERIFICA DELLO STATO DI FORMA E DI RIPASSO TECNICO

In Maggio e Agosto 2024 si terranno due incontri, in luogo da stabilire, per il ripasso delle tecniche e degli esercizi richiesti dalla airborne egiziana.

STRUTTURA ORGANIZZATIVA MILITARE EGIZIANA
La attività viene svolta da istruttori militari e della federazione militare di paracadutismo, che forniranno ai partecipanti:
– assistenza completa al Cairo in struttura alberghiera militare
– trasferimenti da e per le basi e l’aereoporto
– ricondizionamento al lancio in Egitto sotto controllo “Airborne” e della federazione militare di paracadutismo con ammissione al decollo
– lancio da C130H Militare egiziano, con assistenza in zona lancio
– tutti i trasferimenti in bus dei bagagli e delle persone
– pernottamento al Cairo ed El Alamein ( il 16-17-18-19 Ottobre)


ACCOMPAGNATORI

Sono benvenuti gli accompagnatori che condivideranno con i Paracadutisti la “missione” nel deserto e le visite al Sacrario Italiano.


L’attività avrà luogo se si raggiungeranno entro il 5 di Agosto almeno 50 adesioni al lancio. In caso contrario, ogni anticipo versato all’atto della prenotazione sarà restituito al 100%.


Scrivete per informazioni a webmaster@congedatifolgore.com

foto sotto: i due “plotoni” che si sono lanciati risèpettivamente nel 2’22 e nel 2023.

SINDACATO MILITARE USMIA: UN PARACADUTISTA COME SEGRETARIO GENERALE

a cura di Filippo Marchini

nella foto: Giugno 2023 – il 1° lgt Nitti il giorno dell’incontro con il capo di SME, gen c.a. Serino

Con una conferenza stampa presso la camera dei deputati, i rappresentanti dell’organizzazione USMIA Interforze, ovvero “Unione Sindacale Militari Interforze AssociatI”.
L’associazione sindacale é presieduta dal Secondo Capo A. Salvatore Girone ed ha come segretario generale e per il comparto Esercito un paracadutista, il 1° Luogotenente Leonardo Nitti, effettivo presso il 187° Reggimento Fanteria Paracadutisti “Folgore” .

SABRINA SPADA – PRECIPITATA COL PILATUS A RAVENNA PRIMA DI UN LANCIO SCRIVE LA SUA STORIA

Il 2 aprile 2011 Sabrina Spada a 25 anni rimase ferita a Ravenna in un incidente aereo insieme ad altri nove paracadutisti ed un passeggero : «Al mio fianco avevo un bambino che si è stretto a me. Ho fatto molta strada per riprendermi» La luce in fondo al tunnel.

Quel giorno stava decollando per il suo quarantesimo lancio con il paracadute al centro Skydive Pull Out di Ravenna, ma il velivolo su cui si trova Sabrina, all’epoca 25enne, precipita.
Tutti i dieci passeggeri si salvano ma lei riporta ferite gravissime e va in coma, per risvegliarsi dopo tre settimane.

Al risveglio inizia una lunga e faticosa riabilitazione , un calvario durato anni che ha racchiuso in un libro «Insieme a te Sabri, un centimetro alla volta. La voglia di vivere è più forte di qualsiasi trauma» (cliccate qui per acquistarlo), scritto dal giornalista Gigi Mattarelli per l’editore Grafikamente di Forlì.

Il libro è frutto di un lavoro meticoloso, tramite testimonianze raccolte dal giornalista co-autore , di familiari, amici e professionisti che a vario titolo hanno avuto relazioni importanti con Sabrina e che sono stati protagonisti del percorso di ritorno alla normalità dopo il trauma.

«La mia vita è cambiata radicalmente dopo l’incidente, oggi cerco la massima tranquillità che è necessaria per continuare il mio percorso. Apprezzo molto le piccole cose di tutti i giorni. Da quando sono rientrata a casa, dopo il lungo periodo trascorso nella comunità CavaRei, le mie giornate sono scandite da numerosi impegni per favorire il recupero fisico e psicologico. Posso sempre contare sull’appoggio dei miei genitori, delle mie sorelle Alessia e Cristina».

L’EX CAPPELLANO DEGLI INCURSORI DI MARINA RIENTRA AL REPARTO

Monsignor Antonio Vigo , dopo 20 anni tornerà nei ranghi del reparto Incursori dei Consubin di Spezia. Era già stato cappellano della Marina, proprio al Comsubin dove si era congedato con il grado di Contrammiraglio-Ispettore Generale –
Da oggi tornerà a mettere le stellette, nei ranghi del “suo”Reparto.
Il suo servizio nelle forze armate sarà in qualità di cappellano a ‘Le Grazie’ e anche dell’Aereonautica Militare nell’aereoporto di Cadimare a La Spezia. Glio è stato affidato anche l’incarico di cappellano militare della Associazione Marinai d’Italia. Il prelato ha ricevuto un commovente saluto dai parrocchiani di Magliano e di Agnino in Comune di Fivizzano,che seguiva da quindici anni