OPINIONI

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Pubblicato il 17/07/2009

BANDE MUSICALI E FESTIVAL DI MODENA. QUALCHE CONSIDERAZIONE


Un’azienda olandese chiamata: Fanfara delle Forze Armate Reali

di Annamaria Cicchetti

Modena – E’ giunto alla sua 18° edizione e si perde per la strada la musica militare italiana. Al Festival Internazionale delle Bande Musicali Militari 2009, il Tricolore è stato rappresentato da un solo complesso musicale: la Fanfara della Brigata Alpina Julia, diretta dal Maresciallo Biagio Cancellosi.

E la domanda nasce spontanea: dov’erano le altre 26 bande musicali delle Forze Armate e le altre 6 delle Forze di Polizia, mentre 23 soldati di Truppa in servizio permanente effettivo e tant’altri VFP4, con onore, tenevano testa ai consolidati orchestrali della Banda Reggimentale delle Guardie di Colstream, diretti dal T.C. Jones Graham e alla Fanfara delle Forze Armate Reali olandese?

Ad esibirsi in qualche teatro per un concerto da palco?

Ma la vera arena, loro malgrado, sta diventando proprio il Festival Internazionale di Modena, anche se si fa la corsa per un posto sul palco a Sant’Ignazio a Roma.

Il confronto musicale modenese avviene in più riprese: il venerdì sera, prima in occasione del Concerto di Galà, poi durante i concerti di mezzanotte, successivamente il sabato pomeriggio in sfilata per le vie della città per concludersi in serata, in piazza d’Armi, con il Carosello: la sfida finale alla quale l’attento pubblico presta un’attenzione quasi certosina.

E già! E’ proprio questo è il momento che mette ansia alle nostre Forze Armate e Forze di Polizia: uno stato emozionale che alla domanda di richiesta di prendervi parte fa rispondere coralmente: “No, grazie in Italia non ve n’e cultura”, oppure “Ci dispiace, non ci sono i soldi, non vi possiamo partecipare”.

Ci siamo chiesti più volte quale fosse la cultura bandistica militare italiana, ma i Grandi, pace all’anima loro, dormono il sonno eterno, allora ci siamo guardati intorno ma non ne vediamo altri… e per i soldi? … stendiamo un velo pietoso! Quindi, non ci rimane altro che “ringoiare” la domanda ed attendere tempi migliori.

Ma torniamo alla sfida musicale: oltre alla marziale e composita marcia della Banda Reggimentale delle Guardie di Colstream della Gran Bretagna, i nostri, dalla penna nera, hanno dovuto rimboccarsi le maniche per battere la perfezione dei movimenti e l’elegante formalità della Fanfara delle Forze Armate Reali olandese, diretta dal direttore Botma Tijmen, ed ancora hanno dovuto inventarsi, pure, una strategia contro la simpatia della Banda Militare delle Forze Armate della Tunisia, diretta dal direttore Ammari Chralet e la giovialità della Banda Militare delle Forze Armate della Slovacchia, che per l’occasione si è presentata con due bacchette, i direttori Boris Hokina e Peter Hudec.

Far dirigere concerto e carosello a direttore e vice direttore è una prerogativa dei complessi musicali dell’Est Europa.
“Cossak Fire Dance” interpretata da solisti d’eccezione e “Mamma” cantata in perfetto italiano da J. Scott sono stati gli assi nella manica della Banda Inglese. “Nocturno” di Jan Sivacek, il pezzo di punta della Banda slovacca e “Al iaychou souron lel watan” (Canzone militare) il brano tunisino, che ha visto coinvolto anche l’assordante battito ritmato delle mani del pubblico.

Le nostre penne nere, meravigliando civili e militari presenti, hanno accompagnato con le percussioni ed altri strumenti della famiglia dei fiati, i valenti militari solisti – nonché maestri di musica – (poiché diplomati al conservatorio n.d.r): 1° caporale maggiore Paolo Buffo che ha interpretato con il suo trombone “Le Trombone Amoureux”; 1° caporale maggiore Leonardo Falzarano, che, con il suo ottavino, ha dato vita a “La Merle blanch” di Eugène Damaré e i caporali Giuseppe Polline con la tromba ed Ennio Barra con il sax, i quali in “Acapulco” di Massimo Bertaccini, un brano più impegnativo degli altri, sotto la direzione della bacchetta del maresciallo Cancellosi, hanno concluso il concerto da palco.

“Fanteria”, il conosciutissimo “Trentatrè”, “Armi e Brio” ed altre marcette, invece, sono stati i pezzi musicali attori della sfilata e del carosello.

Una manifestazione che ha ottenuto consensi e dissensi, una manifestazione che ha visto scendere in campo coraggiosi militari che hanno ceduto alle lusinghe e si sono messi alla prova, si sono confrontati con realtà straniere, considerate orchestre, anche se chiamate fanfare. Hanno saputo tener testa, loro malgrado, a strutture militari che vengono formate da Scuole Musicali Militari, organizzazioni, come quella della Fanfara olandese che pensa come una grande azienda che segue la pianificazione di un ciclo produttivo, ne controlla l’efficacia approdando al risultato finale, cioè il servizio al cittadino: quello di suonare della buona musica per il proprio paese.

A quando in italia?

Come ogni anno il Festival si conclude con un pezzo d’opera italiana, qualche volta a salutare le Bande musicali straniere invitate è stata l’Opera di Giuseppe Verdi, in questo anno di “crisi” la Turandot, di Puccini ha avuto la meglio e con “Nessun dorma” i modenesi ci hanno dato appuntamento al prossimo anno.. con l’augurio di non “addormentarsi” troppo sull’immobilismo.

E se a Modena il linguaggio universale della musica comunica da ben 18 anni, quale miglior veicolo potrebbe essere per la Pace?

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