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Pubblicato il 23/01/2015

BASE DI AVIANO: SI TEME PER I MILITARI AMERICANI DI STANZA IN FRIULI

Jihadisti, l’allarme di Aviano
«Ai livelli più alti c’è una reale preoccupazione per i militari americani in Europa»

di Enri Lisetto

AVIANO C’è una «reale preoccupazione» per i militari statunitensi, «facili bersagli» ad Aviano, dopo Parigi, ma non solo dopo Parigi, bensì per «una serie di fatti» verificatisi in Europa. Tra Usa e Italia, tuttavia, vi è una «aperta e diretta cooperazione» antiterrorismo. Nella pedemontana pordenonese torna la paura post 11 settembre, con una «serie di misure» già adottate in collaborazione con il governo italiano. Ogni aviere, ogni famiglia di aviere, si è impegnata a segnalare «attività non consuete sia dentro sia fuori l’aeroporto». La Base di Aviano è il principe degli obiettivi sensibili, il numero uno nella lista stilata dal comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica dopo gli attentati, per mano di islamici integralisti, compiuti in Francia. Aviano ultimo baluardo dell’Occidente ai tempi del blocco sovietico, Aviano baricentro negli anni delle crisi dei Balcani, Aviano snodo logistico europeo per le operazioni in Iraq, Afghanistan e Libia, Aviano ultima base a stelle e strisce a sud delle Alpi. Aviano che resta fondamentale nello scacchiere internazionale dell’Us Air Force, che poche settimane fa ha deciso di inviarci in pianta stabile un altro squadrone, il 606° Air control dismesso dalla base tedesca di Spangdhalem, con 300 militari al seguito. Va in soffitta il paventato trasferimento degli squadroni aerei in Polonia, dove, al massimo, avverranno rischieramenti termporanei. Troppo oneroso, anche per l’aviazione americana impegnata in un corposo progetto di spending review, ricominciare daccapo, dopo avere investito su Aviano 570 milioni di dollari. Dell’obiettivo sensibile numero uno in Friuli Venezia Giulia, del suo ruolo nel panorama internazionale post Parigi, ne parliamo con colui che lo guida dal giugno 2014, il brigadier generale Barre R. Seguin, già al comando del 510° Buzzards, che assieme al 555° Triple Nikle costituisce il 31° Fighter wing di stanza ad Aviano, dal 1997 al 2000. Generale, partiamo proprio dal post Parigi. «Ai livelli più alti di Aviano c’è una reale preoccupazione per gli americani presenti in Europa e non solo dopo Parigi, ma anche dopo altri episodi verificatisi nel continente. Come comandante di questa installazione sono molto attento alla sicurezza dei miei militari e delle relative famiglie. E’ importante la nostra sicurezza, ma è altrettanto importante la sicurezza degli italiani, anche al di fuori della Base. Abbiamo grande fiducia nelle istituzioni locali, nei carabinieri, nell’Aeronautica italiana. Abbiamo incontrato i rappresentanti di queste istituzioni e ci siamo impegnati per una aperta e diretta comunicazione e cooperazione. Non possiamo parlare delle misure adottate: ai nostri militari, comunque, abbiamo raccomandato, tra le altre cose, di cambiare la loro routine, per non diventare facile bersaglio, di non indossare la divisa al di fuori della struttura militare. A loro e alle loro famiglie, inoltre, chiediamo di avere un occhio molto vigile, ovvero di segnalare immediatamente eventuali attività non consuete sia in Base sia fuori». Gli equilibri europei sono mutati anche dopo la caduta del muro di Berlino. La Russia torna a “dare problemi” a est, il terrorismo di matrice islamica colpisce l’Europa al cuore. «Le recenti decisioni assunte dal segretario alla Difesa e dal Congresso americano sulla riorganizzazione delle basi in Europa costituiscono un impegno importante che gli Stati Uniti si sono presi nei confronti dell’Europa stessa, anche con la struttura militare di Aviano. Siamo peraltro, a livello di Air Force, l’unica presenza americana a sud delle Alpi e il motto del 31° Fighter wing riassume quanto ho appena detto: svolgere un ruolo di deterrenza, difendere gli interessi degli Stati Uniti e della Nato e sviluppare Aviano. Questo sviluppo si riferisce alle infrastrutture e al team. E proprio per svolgere questo ruolo dobbiamo essere “forward, ready, now”. (E’ il motto dell’Usafe, dove “forward” si può intendere come postazione avanzata dell’aeronautica Usa al di fuori dei confini nazionali statunitensi; “ready” indica la prontezza ad operare nei tempi e con le modalità previste dalla missione; “now” sta per in ogni momento, ndr). Negli ultimi mesi è stato deciso un rischieramento delle forze di Aviano per svolgere un ruolo di deterrenza nei Paesi sotto pressione russa, come Romania e Polonia. Il 31°, inoltre, la scorsa estate ha supportato l’evacuazione dell’ambasciata americana in Libia. Queste missioni non potrebbero avere luogo senza il supporto del governo italiano e questo si riconduce non solo alle buone relazioni, ma anche alla necessità della presenza americana qui, per svolgere anche questo tipo di missioni». Con queste premesse pare allontanarsi, allora, un ridimensionamento della Base di Aviano. ««Basandoci sui risultati della riorganizzazione, un nuovo squadrone raggiungerà Aviano. Questo trasferimento può essere letto come un impegno a tenere qui i due squadroni di volo. E’ molto più facile, del resto, rischierare temporaneamente nel posto in cui c’è bisogno le nostre forze, piuttosto che in modo permanente. Per tutti i costi infrastrutturali che ciò comporta, da quelli del personale a quelli logistici di trasferimento delle famiglie, dalla realizzazione di scuole e servizi a quella delle case». E’ vero che un eventuale addio può avvenire dalla sera alla mattina, ma lo sforzo economico sino a qui compiuto, risulterebbe vano. «Aviano 2000 ha reso moderna e funzionale nell’insieme questa Base. Ci sono nove progetti che devono essere ancora terminati. Su Aviano 2000 Stati Uniti e Nato hanno investito 570 milioni di dollari». L’altra faccia della medaglia. La collaborazione con il personale italiano, con la popolazione italiana. I problemi: rumore e inquinamento. «Come ospiti di questo Paese così accogliente, cerchiamo di fare del nostro meglio per essere buoni vicini di casa. Lo constata anche dalle fotografie in questo ufficio (il generale assieme ai sindaci, i gagliardetti della partita dell’amicizia, dell’adunata degli alpini, delle iniziative di solidarietà per il Cro, ndr), a testimonianza dei diversi eventi cui ho partecipato. Il nostro obiettivo è di trovare sempre nuovi mezzi per rafforzare i legami con la comunità locale. Lavoriamo a stretto contatto con i militari italiani: persiste un’idea, diffusa ma non vera, che quella di Aviano sia una base americana. Non è così: questa è una base italiana che gentilmente ci ospita. Quanto al problema rumori soprattutto la sera, le lamentele vengono indirizzate ai colleghi italiani per individuare assieme possibili aggiustamenti di rotta e stiamo cercando di farlo. Sotto il profilo ambientale, cerchiamo di sensibilizzare i nostri militari sulla raccolta differenziata dei rifiuti, ad esempioo, la cui metodologia è spesso sconosciuta in quanto negli Stati Uniti vi sono regole molto diverse. Abbiamo, ancora, avviato una campagna volta al risparmio energetico».

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