CRONACA AGGIORNATA OGNI ORA

Condividi:

Pubblicato il 01/10/2014

BASE JUMPER IN TRENTINO SALVATO DI NOTTE SU UNA PARETE DI VI GRADO DAI CORAGGIOSI DEL SOCCORSO ALPINO

TRENO- UN venticinquenne jumper olandese che lunedì sera, poco prima delle 20, si è lanciato dal “famoso” ” Becco dell’Aquila a Dro.Prima di lui c’erano altri jumper che non hanno avuto problemi. Lolandese è finito addosso alla roccia (ha riportato un trauma facciale: 40 giorni di prognosi): la vela non lo ha portato lontano dalla montagna ma gli ha salvato la vita perché ha attutito l’impatto contro la parete e poi lo ha tenuto appeso con il suo paracadute ad uno spuntone.
il ragazzo – che non ha mai perso conoscenza – ha recuperato il suo telefonino e ha chiesto aiuto. A quel punto gli uomini del soccorso alpino di mezzo Trentino, i vigili del fuoco e i carabinieri di Dro si sono attivati verso le 2030 lavorando pericolosamente fino alle 7, quando hanno iniziato a smobilitare il campo.

A detta degli stessi protagonisti si è trattato dell’intervento più difficile mai attuato prima nella zona. Colpa dell’oscurità, che ha reso impossibile l’ausilio dell’elicottero, e anche del punto in cui il jumper è precipitato, quasi a metà parete, troppo in basso per pensare di calarsi da sopra e molto in alto rispetto alla base della montagna. A rendere il tutto ancora più complicato la necessità di procedere tempestivamente perché il jumper era vivo ma ferito, quindi bisognoso di cure. Analizzata la situazione si è deciso di chiamare a raccolta alcuni tra i più esperti uomini (anche guide alpine) del Soccorso alpino del Basso Trentino (Busa, Giudicarie e Vallagarina). Una ventina di uomini che ha lavorato fino alle due di notte per raggiungere il diedro su cui era appeso il ferito, aprendo di fatto una nuova via (con passaggi di VI grado), piantando dei chiodi sulla parete che ormai quasi più nessuno scala. Colpa della fragilità della roccia che ha reso molto rischioso l’intervento dell’altra notte: più volte, durante la salita, i soccorritori si sono dovuti riparare dalle scariche di sassi. Assieme agli alpinisti si è arrampicato anche il medico, Luca Filetici, che ha prestato le prime cure al jumper il quale è stato poi sistemato su una barella e quindi calato alla base della parete. A quel punto l’elisoccorso ha completato l’opera trasportandolo fino al campo base dove è stato caricato a bordo dell’ambulanza e portato al pronto soccorso. Alla fine se l’è cavata con poco (una sospetta frattura al femore) ma dovrà ringraziare per sempre la propria dea bendata e i nostri angeli della montagna.

Leggi anche