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Pubblicato il 31/07/2014

BEVANDE ENERGETICHE . SAI COSA BEVI?



Una ricerca dimostra che la maggior parte dei giovani ignora come sono fatti gli energy drink. L’inchiesta del Salvagente aiuta a fare chiarezza.

Il successo delle bevande energizzanti è legato alla notevole concentrazione di caffeina presente, che, combinata con la taurina e con una serie di altre sostanze stimolanti, che spesso contengono altra caffeina, dovrebbe permettere a chi le beve di vincere la fatica e lo stress, accelerare il metabolismo, migliorare l’efficienza del proprio organismo e la capacità di concentrazione, e addirittura galvanizzare il morale.

In realtà le conseguenze certe, se si consumano energizzanti in quantità, sono insonnia, tachicardia, ansia, mal di stomaco, irritabilità, secchezza delle fauci e tutti gli altri effetti collaterali di un’intossicazione da caffeina.

UNO SU MILLE RISCHIA L’INFARTO SE ASSUME LA BEVANDA SOTTO SFORZO
Non solo: l’Anses, l’Agenzia nazionale per la sicurezza sanitaria francese, l’anno scorso ha messo in guardia dal rischio infarto per le persone che hanno predisposizioni genetiche non diagnosticate (1 individuo su 1.000) e ha bocciato il consumo degli energy drink in associazione con gli alcolici e durante sforzi fisici, sconsigliandolo ai bambini e agli adolescenti, alle donne in gravidanza e allattamento, agli individui sensibili alla caffeina o affetti da patologie cardiovascolari, renali, epatiche, o da disordini neurologici.

SPINTA CONSUMISTICA MOLTO FORTE
Nel mondo il mercato degli energy drink cresce senza sosta: se ne bevono circa 6 miliardi di litri l’anno ed entro il 2018 la cifra dovrebbe raddoppiare. In Italia la frenata è arrivata nell’ultimo anno, complice la crisi, ma i margini di guadagno restano immensi. Basta pensare che nei paesi europei considerati “maturi”, come Polonia, Germania e Gran Bretagna, il consumo annuale pro-capite oscilla tra 8 e 15 lattine, da noi è fermo a 1,5.

ADOLESCENTI E GIOVANISSIMI CATTURATI DAL MITO DELLA ENERGIA
Target dichiarato: sportivi, manager, camionisti, autisti, e soprattutto studenti universitari. Ma i consumatori più accaniti sono adolescenti e giovanissimi. Per questo la competizione si gioca a colpi di icone e parole d’ordine mutuate dal mondo dei teenagers.

Ma che c’è nelle lattine? Se si guarda la lista degli ingredienti si capisce perché gli energy drink si assomiglino un po’ tutti.

Analizzati 8 fra i più diffusi, è emerso che tutti contengono la stessa dose di caffeina e taurina: in una lattina da 250 ml ci sono sempre 80 mg della prima, equivalenti a un espresso, e 1.000 mg della seconda. In tutti viene aggiunta una concentrazione di vitamine del gruppo B che supera di molto il fabbisogno giornaliero, tanto zucchero e una sostanza che dovrebbe amplificare l’effetto energizzante, come il guaranà, il ginseng, il mate, l’inositolo o il glucuronolattone. L’unica differenza nelle bibite è la scelta del colorante.
Tutti, insomma, cercano di personalizzare il prodotto senza modificare la formula vincente lanciata in Occidente negli anni 90 da Red Bull, ancora oggi leader indiscusso di mercato con oltre l’80% delle vendite in Italia.


Le usano ma non le conoscono

Ma cosa ne sanno i consumatori più giovani, che proprio di queste bevande fanno un vasto uso?
Ci sono ragazzi che non riescono neppure a distinguere un energy drink da una bibita piena di sali minerali come il Gatorade, e ci sono ragazzi che le bevande energizzanti le consumano quotidianamente, in alcuni casi anche 3-4 al giorno. Pochissimi sanno di cosa sono fatte, perché non leggono tabelle nutrizionali e lista degli ingredienti; ma quando le bevono hanno quasi tutti delle aspettative elevatissime, tanto che nella stragrande maggioranza dei casi sono delusi di non provare gli effetti promessi dalla pubblicità. E 7 su 10 ignorano quanto siano deleteri gli effetti del consumo degli energy drink insieme agli alcolici, ma quasi uno su due può rientrare a casa ubriaco quando esce a far baldoria con gli amici.


Una ricerca su un gruppo di 400 giovani

Questi, in sintesi, i risultati di una ricerca pubblicata dalla rivista Salvagente e realizzata su un gruppo di 400 giovani tra i 16 e i 20 anni di un liceo di Acerra, in provincia di Napoli, dal dipartimento di Farmacia dell’Università Federico II, presso i Laboratori di Chimica degli Alimenti diretti dal professor Alberto Ritieni.

“Il tema di questo studio è nato da precise richieste dei ragazzi, durante un lavoro su corretta alimentazione e rischio obesità che stavamo realizzando in questo liceo”, spiega al Salvagente il docente napoletano. Gli studenti hanno chiesto di poter lavorare su questo argomento, hanno elaborato un questionario a partire dalle loro curiosità più significative e lo hanno sottoposto ai propri compagni in forma anonima.
“Tra i giovani l’assunzione di cocktail a base di energy drink e superalcolici è una moda molto diffusa”, prosegue il professor Ritieni, “per questo è necessario sviluppare programmi educativi che spieghino i potenziali effetti sulla salute di queste bevande assunte da sole o in combinazione con l’alcol”.

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