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Pubblicato il 14/10/2019

BOLZANO- RICHIESTA DELLE AUTONOMIE LOCALI – VIA LA DENOMINAZIONE “ALTO ADIGE” – RIMANE “SUD TIROL”

Bolzano- Nel testo di legge ‘Disposizioni per l’adempimento degli obblighi della Provincia autonoma di Bolzano derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea’ è stata sostituita la parola ‘Alto Adige’ con ‘provincia di Bolzano’ e la frase ‘sistema territoriale altoatesino’ è diventato ‘provincia di Bolzano’
Tuttavia nell’elaborazione dell’articolo di legge “in italiano si è utilizzato il termine Provincia di Bolzano, mentre nella versione tedesca è rimasto il termine Südtirol”.

“La denominazione Alto Adige è prevista dalla Costituzione italiana con riferimento alla Regione Trentino-Alto Adige/Südtirol, la quale a sua volta è composta dalle due province di Bolzano e Trento” sottolinea Kompatscher, presidente della provincia di Bolzano- che spiega come durante il Consiglio provinciale si sia optato per il termine Provincia di Bolzano per l’ufficio di rappresentanza europeo. “Ciò non comporta alcun tipo di abolizione della denominazione Alto Adige, che continuerà ad essere utilizzata quando ci si riferisce al nostro territorio”.
lconsigliera separatista Myriam Atz Tammerle – promotrice della proposta – ha rilanciato la richiesta di un referendum per far scegliere agli altoatesini se restare una regione italian

La consigliera separatista Myriam Atz Tammerle ha rilanciato la richiesta di un referendum per far scegliere agli altoatesini (pardon, sudtirolesi) se restare una regione italiana.
“Esiste il diritto alla autodeterminazione dei popoli e i sudtirolesi non hanno mai potuto decidere se essere cittadini italiani o no perché ci hanno venduto all’Italia e fino a a oggi non abbiamo potuto decidere se restare in Italia o dire a Roma arrivederci e grazie.
La stessa Tammerle ha anche asserito che il termine Alto Adige sia un nome ‘fascista’. Ma la sua storia è un po’ più complessa.

L’origine del termine Alto Adige

Andrea Di Michele, docente all’Università di Bolzano, all’AGI spiega il termine “Dipartimento dell’Alto Adige” , che venne coniato nel 1810 durante l’occupazione dalle truppe napoleoniche che diedero alla zona il nome del fiume più importante che la attraversa, come spesso fanno i francesi con i loro dipartimenti.

Poi il termine venne abbandonato e riscoperto nel Novecento, con la nascita del nazionalismo italiano. Fu Ettore Tolomei a fondare “l’Archivio dell’Alto Adige” una rivista che sosteneva la necessaria annessione all’Italia dei territori sudtirolesi.

Nel 2001 con la riforma costituzionale si è infine aggiunto al Trentino Alto-Adige il nome Sudtirol, un passo avanti verso il riconoscimento delle identità locali nell’ambito di una richiesta di sempre maggiori autonomie.

Lo ricorda anche il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli : “Se vogliono mettere in discussione l’esito del primo conflitto mondiale tirassero fuori le palle e ci dichiarassero guerra”.

In Alto Adige vivono 520mila persone: il 64% appartiene al gruppo linguistico tedesco, al gruppo italiano appartiene il 24% degli altoatesini, mentre i ladini sono circa il 4%.

Il bilancio della provincia di Bolzano ammonta attualmente a 6 miliardi di Euro l’anno. È alimentato dalle entrate fiscali che vengono versate in Alto Adige. I nove decimi di queste tasse rimangono in provincia, mentre il restante decimo viene ceduto allo Stato.
Con i soldi del bilancio provinciale viene finanziata una lunga serie di competenze, tra cui l’intero sistema formativo dalla scuola per l’infanzia all’Università, la Sanità ed il Sociale e la gestione dell’intera rete stradale. Queste competenze costituiscono anche i più consistenti capitoli di spesa, in particolare il settore socio-sanitario (1,7 miliardi di Euro), la scuola e la cultura (circa 1 miliardo di Euro),l’amministrazione (circa 500 milioni di Euro) ed il finanziamento dei Comuni (circa 500 milioni)

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